Qualche mese fa, nel novembre del 2021, il marito di Hayat è morto per un cancro allo stomaco, dopo essere stato operato e sottoposto a una serie di cure. Anche lei dal 2018 combatte contro un tumore al seno, ha affrontato un intervento chirurgico e la chemioterapia, ma non sempre ha avuto la possibilità di accedere alle cure: la situazione economica della famiglia, nel corso di questi anni, non le ha permesso di acquistare con regolarità le medicine necessarie. Infatti, Hayat e suo marito lavoravano come dipendenti del governo, ma da quando in Siria è scoppiata la guerra, il loro stipendio ha subito una drastica riduzione del potere di acquisto, e la situazione è peggiorata quando anche il marito si è ammalato.
Hayat è venuta a conoscenza del progetto dell’AMU “Semi di Speranza”, che in Siria fornisce assistenza primaria, tra cui, appunto, anche le cure mediche. Malati, in pensione, impossibilitati a trovare un nuovo lavoro, e soli (la loro figlia è sposata), avevano certamente bisogno di un sostegno, così la donna e il marito hanno cominciato a beneficiare dell’assistenza loro fornita da “Semi di Speranza”. Con l’arrivo regolare delle medicine anche il senso di solitudine della coppia è stato alleviato: “Ci siamo sentiti rassicurati, non eravamo più preoccupati per la mancanza dei farmaci, non avevamo più paura, e questo ha contribuito a migliorare il nostro stato psicologico”. Poi, però, la vita di Hayat è nuovamente cambiata.
La morte del marito ha costretto Hayat a fare i conti con quello stesso senso di solitudine che la opprimeva prima, e il dolore è tornato: “Sento che la mia vita non ha più senso”. Ma gli operatori del progetto “Semi di Speranza” in Siria non l’hanno abbandonata, anzi hanno intensificato le loro visite, hanno provato a starle ancora più vicino, la invitano spesso in ufficio a prendere un caffè e a scambiare due chiacchiere, la fanno sentire importante, e così a poco a poco la donna sta superando la perdita del marito: “Quando sono venuta in questo ufficio per la prima volta pensavo che avrei solo preso le mie medicine, ma quello che ho avuto è stato molto di più: mi sono stati di supporto sotto tutti gli aspetti, da loro ho tratto la mia forza, sono diventati il mio rifugio ogni volta che mi sentivo preoccupata o depressa. Sono sempre accanto a me, come una famiglia, di cui ho un grande bisogno, perché sono sola”.
Le parole di Hayat sono un tuffo al cuore: “Il loro stare al mio fianco significa così tanto per me, mi piace andare nel loro ufficio è un modo per stare in compagnia, lì mi sento a mio agio, sono miei amici”. Hayat sa quanto tutto ciò sia importante per chiunque viva una situazione di vulnerabilità, per questo conta di poter ricambiare l’amore ricevuto: “Spero che la mia salute migliori in modo da poter aiutare chi ha bisogno di me”.