“Ciò che mi ha reso più felice è stato vedere Elias di nuovo seduto nel suo negozio con suo figlio e i vicini, anche se ancora non poteva lavorare bene, e quando sono andato a salutarlo, ho trovato i segni della felicità sul suo volto”. Le parole di Musa, l’operatore che si è occupato della fisioterapia e delle cure di Elias, descrivono alla perfezione il risultato raggiunto: l’uomo ha ripreso a muoversi e a parlare. In maniera graduale, con fatica, ha mostrato segni di miglioramento via via più tangibili. E adesso vederlo lì, seduto nel negozio, è una soddisfazione per tutti. Il programma Emergenza Siria Semi di Speranza dell’AMU in Siria ha sostenuto il suo percorso di fisioterapia, che non è stato semplice.
Elias si era sentito male all’improvviso, di notte. Aveva perso l’uso di una mano e di una gamba, il malore aveva minato la sua capacità di articolare parole. All’improvviso dunque l’uomo non era più in grado di camminare e parlare bene, non poteva più andare a lavorare nel proprio minimarket e, di conseguenza, non riusciva a prendersi cura della famiglia. Il trattamento iniziale era stato lungo e costoso, e si era portato via tutti i risparmi messi da parte fino a quel momento. La mancanza di autonomia e le difficoltà economiche avvilivano Elias. In più il figlio aveva dovuto lasciare il lavoro per stargli accanto.
La famiglia di Elias si è allora rivolta al servizio di fisioterapia del progetto Semi di Speranza che in Siria assiste le famiglie che abbiano bisogno di cure mediche e fornisce loro anche i farmaci necessari. Così è stato anche per Elias. Il giovane terapista Musa ha iniziato a seguirlo, gli è stato accanto incoraggiandolo a non mollare. Piano piano, non senza sofferenze, Elias è stato in grado di muovere la mano e la gamba. Ha migliorato il linguaggio. Ha riconquistato salute e ottimismo.
Per questo ora siede sorridendo nel minimarket di famiglia, in attesa di poter tornare a lavorare.