Ucraina. Storia di Katya, modella e studentessa universitaria

Prima della guerra in Ucraina, Katya era una modella e studiava legge all’università di Kiev: queste le sue due grandi passioni. Nel centro della Caritas-Spes dove si è rifugiata assieme ai suoi genitori non ha abbandonato il suo forte senso di giustizia, e ha deciso di fare qualcosa per gli altri.

Katya ha in mano un taccuino. A vederla così, impegnata e concentrata su questioni organizzative, penseresti sia una ragazza che lavora da tanto tempo nel centro della Caritas-Spes Ucraina dove sono accolti gli sfollati interni del Paese. Eppure, anche lei è una dei tanti fuggiti dalla guerra. 

Prima che la Russia invadesse l’Ucraina, Katya studiava legge all’università di Kiev. È cresciuta con il desiderio di apprendere e rispettare le leggi, e con un forte senso di giustizia, cosa che la rendeva molto popolare tra compagne e compagni di scuola. Accanto agli studi, Katya ha coltivato anche un’altra passione, lavorava come modella per un’agenzia di moda. Non deve essere stato affatto facile abbandonare tutto, indossare una tuta e un paio di scarpe da ginnastica, preparare uno zaino in meno di mezzora e lasciarsi alle spalle la sua vita di prima. Un velo di trucco e il portamento da modella ricordano chi era Katya prima di diventare sfollata. 

La ragazza e i suoi genitori vivevano a Vorzel, nella regione di Kiev. Iniziata la guerra in Ucraina, si sono rifugiati nel seminterrato per ripararsi dai bombardamenti russi, con il cibo che man mano che il tempo passava diventava sempre più scarso. Quando un’esplosione più forte delle altre ha colpito un cortile vicino, Katya ha convinto la sua famiglia della necessità e dell’urgenza di scappare.

Nel centro di accoglienza della Caritas-Spes, in Ucraina, Katya si muove con calma e con grande padronanza delle proprie emozioni. Ucraina. Katya, ex modella, ora nel centro della Caritas SpesTutte le energie della ragazza sono concentrate sulle attività da svolgere qui, assieme e per gli altri sfollati. Non si concede troppi momenti liberi: “All’inizio ho avuto la sensazione di essere venuta in un campo per bambini: il territorio qui ricorda così tanto l’infanzia. Una settimana dopo conoscevo già tutti. Ma a un certo punto ho deciso che non potevo rimanere senza far niente. Ho chiesto in che cosa potevo essere utile… così giorno dopo giorno ho iniziato ad aiutare la direttrice del centro”. Ora, in pratica, Katya da ex modella è diventata l’assistente di Olexandra, che dirige questa struttura della Caritas-Spes. Conosce le storie di chi è ospite del centro, sa quali sono i luoghi di provenienza degli sfollati, sa quali esperienze hanno dovuto affrontare. “Ho capito che queste persone hanno bisogno di uno svago comune. Così abbiamo cominciato a organizzare concerti, mostre d’arte, corsi di disegno. I bambini, soprattutto, avevano necessità di dar sfogo alle loro energie”. Tra gli ospiti del centro ci sono insegnanti professionisti: perché non approfittarne? Con la loro collaborazione, Katya ha avviato una piccola attività scolastica; ha ideato attività per i più grandi; e infine ha ripreso i suoi studi universitari con la didattica a distanza. 

Ma la guerra è dietro l’angolo, anche qui si sentono gli allarmi aerei, e si seguono con preoccupazione le notizie provenienti dalle zone colpite più duramente. Vorzel, la sua cittadina, è stata liberata. La casa delle sua famiglia è in piedi. È lì, che ora Katya sta progettando di tornare.

(Il testo è una sintesi dell’articolo apparso sul sito della Caritas-Spes Ucraina, da cui sono tratte anche le fotografie)

 

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