Siria, la voce di Nour

Intervista alla giovane donna che dirige l'ufficio di Semi di Speranza in Siria.

Nour è la direttrice dell’ufficio di Semi di Speranza in Siria. Nel rispondere alle domande di questa intervista raramente dice “io”, parla quasi sempre al plurale – “noi” – lasciando sempre trasparire la serietà e la passione con cui vive il suo ruolo.

Cominciamo da qui, dalla fine dell’intervista.

Nour, cosa hai imparato lavorando per AMU?

Nella mia esperienza professionale precedente, profitti e perdite erano solo dei numeri. Ero nel settore economico-finanziario e quei numeri rappresentavano soldi. Ma qui, adesso, profitti e perdite significano benessere delle persone. Significano generosità e bontà di molti. Ho imparato un altro concetto di cosa significhi veramente lavorare: aiutiamo gli altri a raggiungere condizioni di vita migliori. È una cosa veramente preziosa.

Nour, coordinatrice di Semi di Speranza in SiriaQual è il tuo ruolo?
Da un paio d’anni coordino e accompagno lo svolgimento dei progetti di Semi di Speranza in tutta la Siria. Siamo un team e il nostro lavoro è come un ponte: dobbiamo comprendere quali sono i bisogni delle persone che seguiamo e lavorare per loro. E far arrivare tutto questo ai nostri partner, ai nostri donatori, alla nostra rete perché si possa agire insieme per il bene della comunità siriana. È una grande responsabilità.

Com’è la situazione nel tuo Paese ora?
Abbiamo avuto la guerra, le sanzioni internazionali, il Covid, le crisi dei Paesi attorno alla Siria. Tutto. Dopo questo “tutto”, il terremoto ha colpito con violenza un tessuto sociale già fragile. E non parlo solo di danni strutturali alle case e alle strade, ma anche di danni psicologici. In pochi secondi abbiamo rivissuto instabilità, paura, insicurezza. In pratica tutti i sentimenti che avevamo provato lungo i dodici anni di guerra si sono ripresentati in una manciata di istanti. Ogni siriano ne è rimasto colpito, in un modo o nell’altro.

Il progetto Semi di Speranza come si inserisce in questo contesto?
Un punto cruciale dei nostri progetti sono i bambini, la parte più vulnerabile della comunità. Molti professionisti hanno abbandonato il Paese e mancano persone preparate che forniscano un’adeguata educazione scolastica. Semi di Speranza risponde a questi bisogni con i suoi centri educativi, come i centri Piccoli Sogni ed EHIS, dove vengono seguiti circa 675 ragazzini dai tre ai sedici anni.

Che cosa sono?
Ehis è un centro dedicato a bambini con disabilità uditiva ad Aleppo, dove non esistono altre strutture per i piccoli che abbiano queste problematiche. Piccoli Sogni è invece dedicato ad altri gruppi di bambini e si trova a Baniyas. Questa cittadina durante la guerra ha accolto molte famiglie di rifugiati, il centro è nato per creare un posto dove questi bambini sfollati potessero sentirsi a casa.

Un altro dei bisogni su cui lavora Semi di Speranza è l’aspetto medico…
Certamente. Abbiamo tre centri medici nelle città di Homs e di Hama. Le cure mediche in Siria hanno dei costi molto alti e gli ospedali pubblici non hanno la possibilità di coprire tutte le necessità.

Nour, che cosa significa per te “reciprocità”?
Anche questa è una cosa importante che ho imparato lavorando per Semi di Speranza: reciprocità è la traduzione principale di dignità. È la relazione tra due parti che condividono benessere ed esperienze anche attraverso piccole azioni, piccole iniziative. È un ponte che fa da unione tra le persone.

Con la tua donazione potrai aiutarci a portare avanti i nostri progetti e programmi di sviluppo

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