Nella scuola di Cibitoke dove tutti aspettano l’acqua potabile

Per più di settecento alunni il progetto "Acqua fonte di vita e sviluppo" porterà salute, igiene e concentrazione in classe

La scuola fondamentale Musenyi (in Burundi, la scuola fondamentale dura nove anni e coincide con la scuola primaria e secondaria di primo grado italiane) è una delle tre che beneficeranno dell’acqua potabile quando sarà terminata la costruzione della rete idrica prevista dal Nella scuola di Cibitoke, dove tutti aspettano l'acqua potabileprogetto Acqua fonte di vita e sviluppo che l’AMU sta realizzando nella provincia di Cibitoke assieme al partner locale CASOBU e con il sostegno della CEI (Conferenza Episcopale Italiana).

Ora che il nuovo anno scolastico è iniziato, l’attesa è grande.

Tutti – alunni e insegnanti – sono consapevoli del cambiamento radicale che l’arrivo dell’acqua potabile segnerà in questa comunità scolastica.

Per questo motivo, l’entrata in classe è stata diversa dal solito.

Come si vive a scuola senza acqua potabile

Questa scuola è frequentata da più di settecento alunni. Dalla sua fondazione – nel 2000 – fino a oggi, non ha mai avuto accesso all’acqua potabile. Per procurarsela, gli studenti devono andare a prenderla al fiume Nyakagunda, a tre chilometri di cammino. L’acqua che raccolgono dal fiume viene poi utilizzata per cucinare, lavarsi le mani e pulire le aule.

Secondo gli insegnanti “la vita scolastica ne è stravolta”.

Jean-Marie è un docente della sesta classe ed è cresciuto sulla collina di Musenyi. Nella scuola di Cibitoke, dove tutti aspettano l'acqua potabileRacconta: “Frequento questa scuola fino da quando facevo le elementari. Allora non c’era acqua potabile. Poi sono diventato insegnante, mala situazione è rimasta la stessa. C’era stato un progetto di raccolta delle acque piovane, per evitare di camminare fino al fiume, ma non è durato a lungo”.

Un altro insegnante di questa scuola, Bernard, aggiunge: “Durante la ricreazione i bambini vanno a cercare l’acqua; alla fine della pausa mi ritrovo davanti metà classe, perché l’altra metà è ancora in giro a cercarla”.

La mancanza di acqua potabile incide su diversi aspetti della vita scolastica. La scuola dispone di una mensa, ma spesso gli alunni mangiano senza potersi lavare le mani.

L’igiene precaria favorisce la diffusione di alcune malattie. A questo si aggiunge “lo sforzo richiesto ai genitori per andare a prendere anch’essi l’acqua necessaria alla mensa”, cosa che scombina le attività familiari.

Quando l’acquedotto Ruburizi-Rukana sarà finito

Nella scuola di Cibitoke, dove tutti aspettano l'acqua potabileQuando dalle fontanelle di fronte alle aule scorrerà acqua potabile, il cambiamento sarà enorme, tangibile, e sarà foriero di una serie di benefici mai goduti. I bambini e le bambine che ogni giorno varcano la porta della scuola aspettano quel momento con un misto di speranza e meraviglia.

Trésor, della terza classe: “Non vedo l’ora! Sarò felice di bere acqua pulita”. Delicia, dell’ottava classe: “Sapere che avremo l’acqua potabile vicino ci farà sentire più tranquilli e concentrati nello studio”.

Anche molti insegnanti condividono queste aspettative: “Quando l’acqua sarà disponibile, i bambini vivranno meglio. Speriamo che l’igiene migliori, che le malattie diminuiscano, che la mensa scolastica funzioni più facilmente e che i genitori possano occuparsi liberamente delle loro attività”.

Insomma, l‘acquedotto Rubirizi-Rukana che l’AMU e CASOBU stanno realizzando – con il sostegno della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) – sarà un’opera vitale per lo sviluppo di queste comunità.

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