Qui l’acqua potabile manca da sempre, “da quando esiste il mondo” ripetono gli abitanti delle colline della provincia di Cibitoke, in Burundi. Sono sei le colline coinvolte nel progetto Acqua fonte di vita e sviluppo la cui quotidianità sarà a breve completamente ribaltata da questa “rivoluzione” che è l’arrivo dell’acqua potabile.
La aspettano, ripongono in essa grandi speranze.
Stanno vivendo questo inizio di cambiamento con consapevolezza e responsabilità, perché quando l’acquedotto Rubirizi-Rukana sarà terminato, e quando dalle fontanella pubbliche scorrerà acqua potabile, sanno bene che poi toccherà a loro averne cura e fare in modo che questa ricchezza non subisca danni e venga preservata per il bene di tutti.
L’acquedotto è un patrimonio della comunità
Lo ha detto a gran voce il governatore della provincia di Cibitoke, Carême Bizoza, il giorno dell’inaugurazione dei lavori di scavo: “Quando l’acqua potabile arriverà finalmente, sarà fondamentale prendercene cura.
Se non tuteliamo le infrastrutture, l’accesso all’acqua durerà solo un mese prima che si danneggino. Questo è un bene prezioso che dobbiamo proteggere.
Solo se consideriamo le infrastrutture come un patrimonio comune potremo evitarne il rapido deterioramento e non rimpiangeremo gli sforzi fatti.
Perciò, non dobbiamo arrenderci, ma continuare a lavorare con impegno, consapevoli che il progetto è nostro e assumendoci le responsabilità necessarie per garantire presto l’accesso all’acqua in questi comuni”.
Il cambiamento sarà concreto, investirà le case, le abitudini, la salute di oltre 3500 famiglie. Il cibo che verrà preparato sarà più sano; panni, piatti e mani saranno lavati con acqua pulita così da limitare la diffusione di alcune malattie. Questo punto in particolare, quello sanitario, è uno degli aspetti del progetto dell’AMU che vedrà anche un ulteriore passaggio, quando la rete idrica sarà terminata e verranno istituite mutue sanitarie comunitarie.
“O lavo i piatti o lavo i vestiti…”
Ora, intanto, il progetto della costruzione della rete idrica che si snoderà da Rubirizi a Rukana (più di ventuno chilometri) è accolto “con immensa gioia, perché per noi rappresenta un grande vantaggio”, afferma Justine, che vive sulla collina di Gicaca.
Cathérine, la cui casa si trova invece sulla collina di Rubirizi, percepisce il prossimo arrivo dell’acqua potabile come la fine di una vita fatta di azioni selezionate, di scelte obbligate nella gestione della casa e della propria persona: “O lavo i piatti, o lavo i vestiti, o lavo me stessa: è tutto complicato, così. Mi piacerebbe coltivare un orto, ma finora non ho potuto farlo”.
Fabien Mbonimpa, responsabile dell’ente del comune di Mugina cui è affidata la gestione dell’acqua, ribadisce l’impegno dell’istituzione territoriale: “Collaboreremo con la squadra incaricata della costruzione delle infrastrutture. Faremo tutto il possibile: per esempio, segnaleremo le aree soggette a inondazioni durante le piogge, cosicché in queste zone vengano installati tubi metallici per garantire la durata e l’affidabilità delle infrastrutture”.