La serenità ritrovata in Siria

Maha ha compiuto un passo importante che le permette, adesso, di essere soddisfatta, realizzata e veramente pronta a tendere la mano alla comunità.

Le parole della signora Maha, pronunciate durante la sua ultima sessione di supporto psicologico in Siria, fanno riflettere: “Tutti noi crediamo di non aver mai bisogno di aiuto e pensiamo di essere più forti delle circostanze che viviamo. Ma ho capito che invece non è così. Questo bisogno è naturale ed essenziale e può essere una spinta verso il miglioramento, indipendentemente dall’età o dalla situazione che stai vivendo”.

È un insegnamento di vita, che Maha ha appreso dalla sua esperienza.

La donna, 62 anni, è protagonista del programma Semi di Speranza cui si era avvicinata inizialmente per un problema di salute: aveva infatti necessità di alleviare un dolore insistente al collo. In questa occasione ha saputo del supporto psicologico offerto dagli operatori siriani che lavorano per il progetto dell’AMU. Da lì, ha iniziato un percorso di consapevolezza e di rinascita, accompagnata dalla psicologa Maya.

SIRIA - la serenità ritrovata di Maya, grazie a Semi di SperanzaI primi sentimenti emersi dagli incontri sono stati rabbia, colpa e paura; con essi anche difficoltà di concentrazione, di memoria e insonnia. Di fatto, Maha stava vivendo una situazione di forte stress causato da problemi familiari e dal contesto sociale siriano. Essendo una donna generosa e solidale, cercava di aiutare chiunque, tra i suoi amici o  familiari, si trovasse ad affrontare preoccupazioni d’ogni tipo. Anche a scapito della sua serenità.

“Uno dei nostri obiettivi nel supporto psicologico – sostiene l’equipe medica del centro di Semi di Speranza in Siria – è quello di accompagnare le persone a raggiungere una migliore immagine di se stesse, e a sviluppare relazioni sane con gli altri. Abbiamo lavorato con Maha per modificare le sue convinzioni errate, riuscire a esprimere i suoi sentimenti e rafforzare il suo ruolo sociale”. La donna è stata coinvolta in varie attività, come il gioco di ruolo, il circolo della sicurezza e la visualizzazione emotiva.

Il supporto psicologico ha fatto da traino anche per il miglioramento della condizione fisica: riducendo lo stress nervoso, Maha ha cominciato a percepire meno dolore sul collo. In parallelo, ha acquistato sicurezza nel rapporto con gli altri e la forza necessaria per stabilire dei confini tra la sua sensibilità e le pressioni esterne.

Ha compiuto, insomma, un passo importante che le permette, adesso, di essere soddisfatta, realizzata e veramente pronta anche a tendere la mano alla comunità.

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