Tamam ha 21 anni, studia all’università per diventare insegnante, ed è seguita dal centro medico di Homs perché soffre di una grave insufficienza renale che la obbliga a sedute frequenti di dialisi e ad una vita di limitazioni.
Guardare al futuro, seguire i propri sogni, cercare di costruirsi un percorso per il proprio lavoro in Siria è diventata un’impresa difficile. Gli anni di guerra, embargo e la conseguente crisi economica, stanno precludendo le possibilità di crescita di tutta la popolazione.
Quando le condizioni esterne si sommano alla malattia, il percorso di sviluppo personale si dissemina di ostacoli che si possono superare solo con la propria tenacia e il sostegno di realtà come quella del centro medico di Homs, del programma Semi di Speranza.
La storia di Tamam è quella di una giovane ragazza che, nonostante le difficoltà, prova ad andare avanti, si impegna nella sua formazione e non smette di pensare a cosa farà domani. Oggi vive con i suoi genitori, il papà, che ha dovuto smettere di lavorare come agricoltore a causa dell’età e delle difficoltà fisiche, e la mamma, casalinga. Le loro condizioni economiche peggiorano con il passare del tempo, anche perché il costo della dialisi due volte a settimana e per le cure necessarie aumentano di mese in mese.
“Sono stanca di questa situazione, le mie difficoltà sono tante che nemmeno riesco a citarle tutte. Sto cercando un donatore di rene e non riesco a trovarlo. La cosa più dolorosa per me è che la mia malattia ostacola la realizzazione dei miei grandi sogni.
La maggior parte del mio tempo lo trascorro in casa, quando sto bene riesco a studiare e dare esami, ma molto spesso sono molto stanca e debilitata.
Vorrei seguire corsi di inglese, informatica e dedicarmi ad alcuni hobby, ma la mia salute non me lo permette. Anche il viaggio a Homs per le cure o per svolgere qualche attività è molto stancante, devo partire molto presto con i mezzi pubblici e rientrare tardi”.
In questi anni il centro medico di Homs è stato fondamentale per accompagnare Tamam:
“Mi ha aiutato a rimanere forte fino ad ora. Da quando ho conosciuto gli operatori di questo centro, aspetto sempre l’appuntamento mensile per visitarli, mi danno un supporto morale prima che finanziario, mi sento così bene con loro, ho amato la loro onestà il loro modo di fare con le persone”.
Anche gli operatori del centro sono affezionati a Tamam:
“È piena di vitalità nonostante la sua sofferenza. Abbiamo un bellissimo rapporto con lei e la sua famiglia. Quando ci incontriamo riusciamo a dimenticare per un po’ le difficoltà e le nostre conversazioni sono divertenti e ricche di risate”.