In Burundi, sul campo!

Emanuela e Stefano sono in Burundi per monitorare i progetti dell'AMU e di Casobu nel Paese.

On the road

È iniziato il viaggio di Stefano ed Emanuela per il monitoraggio dei progetti AMU e Casobu in Burundi.

Il primo passaggio per raggiungere i protagonisti del progetto “Acqua Fonte di vita a Bururi” comporta un passaggio per strade un po’ impervie. Nel video qui sotto Emanuela ci fa capire bene come siano difficoltosi i collegamenti anche a bordo di fuoristrada pensati proprio per questi tragitti.

E proprio su queste strade si muovono ogni giorno le comunità della collina di Rukanda per raggiungere le altre città. E sempre su queste strade rese impraticabili dalle piogge, la popolazione ha dato uno dei più importanti contributi al progetto: sono stati scaricati i materiali di costruzione dell’acquedotto dai camion che li trasportavano e tutti insieme, gli abitanti della collina, li hanno caricati sulle spalle o sulla testa per farli giungere più in alto, dove era necessario il loro utilizzo.


Arrivati, primo incontro a Rukanda

La prima tappa del viaggio in Burundi di Stefano (Presidente dell’AMU) e di Emanuela (Responsabile dei progetti in Africa per l’AMU) ha convolto la comunità della collina di Rukanda. Qui nel 2020 si è concluso il progetto “Acqua fonte di vita e sviluppo a Bururi” e oggi parlando con i rappresentanti della comunità e con alcune famiglie, si percepisce che l’accesso all’acqua potabile vicino alle abitazioni ha davvero cambiato la vita di molti, nonché accresciuto un senso di comunità nato durante la costruzione dell’infrastruttura e che continua oggi con la gestione e manutenzione del bene comune.

Jean Bosco, insegnante all’Ecofo Rukanda ha sottolineato che: “Siamo molto grati per il progetto per l’accesso all’acqua potabile per la nostra comunità.
A scuola, i bambini ora hanno acqua potabile a portata di mano e possono essere più sereni durante le lezioni.”

Il progetto ha stimolato anche la reciprocità di ciascun membro, non solo con l’impegno nella fase di avvio e costruzione, ma oggi con la consapevolezza e responsabilità di essere il motore del proprio sviluppo, come sottolineato da Stefano: “L’accesso all’acqua potabile, i gruppi di risparmio e di credito, i gabinetti ecologici sono il risultato della capacità di vivere insieme e l’impegno di ciascuno per lo sviluppo della vostra comunità”.

 

 


Visita ai gruppi di microcredito comunitario a Bururi

I gruppi di microcredito comunitario nascono dai risparmi che i singoli componenti mettono in comune. A turno, ciascuno può beneficiare di un prestito dal fondo per avviare, sostenere o ingrandire la propria attività generatrice di reddito. Nel caso del progetto “Acqua fonte di vita e sviluppo a Bururi”, i gruppi di micorcredito nascono perchè parte del reddito prodotto aiuterà le famiglie e la comunità per la gestione dell’acquedotto come bene comune. Oltre a questo fondo, il gruppo nel video ha creato anche una “Cassa sociale” nella quale apportare altri risparmi e alla quale si può accedere in caso di emergenze o esigenze particolari: malattia che non permette il lavoro; morte di un componente della famiglia, spese per i  medicinali o funerali.

 


Incontro con le autorità coinvolte nel progetto “Acqua fonte di vita e sviluppo a Ruyigi”

“È nostro compito coinvolgere e sensibilizzare la comunità per partecipare alle attività del progetto, dopotutto lo sviluppo appartiene a loro” – Valéry Nkunzimana, capo di gabinetto del governatore della provincia Ruyigi.

Dopo Bururi, visita alle attività del progetto “Acqua, fonte di vita e sviluppo a Ruyigi” in Burundi.
Appena arrivati, siamo stati accolti nella provincia dalle autorità locali che hanno apprezzato le attività del progetto che le ha viste protagoniste fin dall’inizio.

Il coinvolgimento delle autorità locali, e in modo particolare del capo di gabinetto del governatore, è stato di fondamentale importanza per la realizzazione del progetto e per il coinvolgimento delle comunità.
Infatti, inizialmente le comunità locali erano un po’ restie a partecipare ai lavori di costruzione con la propria manodopera gratuita perché abituati – purtroppo da cattive pratiche usate da altre ONG- a ricevere dei soldi.

Costruire relazioni e alimentare la reciprocità, alla base degli interventi dell’AMU e di Casobu, significa rendere ciascun componente della comunità protagonista e partner del percorso di sviluppo. Per questo abbiamo sempre chiesto loro un contributo attivo alla realizzazione dell’acquedotto, infrastruttura che resterà, di fatto, di loro proprietà.
L’intervento del capo di gabinetto in tal senso è stato fondamentale: ha chiamato tutti gli amministratori comunali chiedendo loro di impegnarsi in prima persona nella sensibilizzazione delle comunità… E così è stato.

E l’amministratrice di Ruygi lo ha davvero preso in parola ed è andata a scavare i canali per le tubature con la comunità. È stato un esempio importante che ha dato il via ad uno spirito di collaborazione e di partecipazione attiva da parte delle persone: è così che siamo riusciti a portare a termine i lavori!


Come cambia la vita con l’acqua potabile

Oggi, nelle nostre visite sul campo in Burundi, abbiamo incontrato Cécile, una protagonista del progetto di AMU e Casobu “Acqua fonte di vita e sviluppo a Bururi”. Ci ha raccontato come, grazie all’accesso all’acqua potabile, la vita dei bambini e delle famiglie sia migliorata, soprattutto dal punto di vista igienico-sanitario.

 

 


 

L’acqua potabile e l’inclusione dei Batwa

Uno degli aspetti importanti del progetto “Acqua fonte di vita e sviluppo a Ruyigi” è il coinvolgimento della comunità dei Batwa (pigmei) di Rwamvura (provinciadi Ruyigi), zona di intervento del progetto. Qui la comunità è composta da circa 76 nuclei famigliari che vivono in condizioni di estrema povertà, isolamento e con enormi difficoltà di inclusione sociale. L’istruzione e la salute sono precarie: l’80% dei bambini in età scolare non va a scuola e la popolazione non ha accesso all’acqua potabile. I loro villaggi, distinti dagli altri, sono ancora formati da capanne di paglia.
Proprio la particolarità della loro cultura e la difficoltà di integrazione hanno spesso determinato il successo o l’insuccesso delle azioni di sviluppo.
Grazie al costante lavoro sul territorio, anche la comunità Batwa è stata coinvolta, divenendo protagonista di azioni di reciprocità, come la partecipazione attiva ai lavori di scavo e costruzione, necessari per portare avanti il progetto.
Da una settimana la comunità Batwa e i circa 700 bambini della scuola di Nyarunazi possono utilizzare l’acqua potabile per la prima volta e questa è l’accoglienza che ci hanno riservato al nostro arrivo.


 

Il viaggio si conclude pensando già a nuovi obiettivi!

Emanuela e Stefano sono tornati dal viaggi di monitoraggio dei progetti in Burundi e insieme alle esperienze, portano con loro la forza e l’impegno per accompagnare la comunità locale in altri progetti di sviluppo.

Queste le parole di Emanuela al rientro:

“Dieci giorni intensi, intensissimi, ma troppo brevi. Il ritorno porta sempre con sé il pensiero di quanto ancora si potrebbe e si dovrebbe fare.

La missione è stata ricca di incontri e di calore: le persone delle comunità ci hanno accolto, ringraziato, offerto cibo, testimonianze, sorrisi e ancora ringraziato infinite volte. Come se avere l’acqua non fosse un loro diritto. Come se si sentissero privilegiati e grati per questo “dono” per niente scontato. È questa che più mi colpisce ogni volta. Dopo tanti anni in Africa ancora non mi abituo al fatto che in Burundi il mondo funzioni “al contrario”: noi qui che apriamo la doccia, come gesto naturale e scontato e loro che piangono di gioia nel veder scorrere l’acqua pulita da una fontanella vicino la loro casa.

In questo come in altri viaggi di monitoraggio, anche incontrare le autorità e i partner locali è stato importante, perché sono loro che proseguono nella gestione e manutenzione delle infrastrutture quando AMU E CASOBU portano a termine la loro “parte” di accompagnamento. Con loro abbiamo costruito negli anni un dialogo che ci permette oggi un continuo confronto ed una sincera collaborazione.

Questa visita – dopo alcuni anni di assenza a causa della pandemia – è stata una tappa davvero essenziale anche per fortificare la relazione che da anni ci lega a Casobu, per ritrovarci, riallinearci e porci nuovi obiettivi comuni.

Partendo dai bisogni delle comunità, che ancora una volta ci hanno confidato i loro problemi e messo in mano i loro sogni.”

 

 

Il progetto è realizzato con il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – legge regionale 19/2000 – € 29.574

 

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