Oggi, 7 ottobre, ricorre il secondo anniversario del violento attacco di Hamas contro Israele, che ha segnato l’inizio di una reazione sproporzionata e devastante per la popolazione di Gaza. Questi due anni di sofferenze e distruzione sono ormai sotto gli occhi di tutti, come ha dichiarato il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca Latino di Gerusalemme, due giorni fa:
“Sono due anni che la guerra ha assorbito gran parte delle nostre attenzioni ed energie. È ormai a tutti tristemente noto quanto è accaduto a Gaza. Continui massacri di civili, fame, sfollamenti ripetuti, difficoltà di accesso agli ospedali e alle cure mediche, mancanza di igiene, senza dimenticare coloro che sono detenuti contro la loro volontà”.
L’AMU – fin dal primo momento – si è impegnata al fianco del Patriarcato Latino di Gerusalemme, sostenendo i suoi progetti di assistenza per distribuire cibo, medicine e il necessario per sopravvivere agli sfollati accolti dal Patriarcato nelle sue strutture a Gaza. Questo impegno non si è mai interrotto.
“Una possibile pagina positiva”
In questi ultimi giorni si è accesa però una flebile speranza: “Per la prima volta, comunque, le notizie parlano finalmente di una possibile nuova pagina positiva, della liberazione degli ostaggi israeliani, di alcuni prigionieri palestinesi e della cessazione dei bombardamenti e dell’offensiva militare. È un primo passo importante e lungamente atteso”.
Niente è ancora del tutto chiaro e definito, continua poi il Cardinale, ma tra le molte domande che ancora attendono risposta, pur senza “farci illusioni”, qualcosa di “nuovo e positivo” rischiara l’orizzonte.
Prosegue infatti il Cardinale Pizzaballa, nella sua lunga lettera pubblicata sul sito del Patriarcato Latino di Gerusalemme: “Attendiamo il momento per gioire per le famiglie degli ostaggi, che potranno finalmente abbracciare i loro cari. Ci auguriamo lo stesso anche per le famiglie palestinesi che potranno abbracciare quanti ritornano dalla prigione. Gioiamo soprattutto per la fine delle ostilità, che ci auguriamo non sia temporanea, che porterà sollievo agli abitanti di Gaza. Gioiamo anche per tutti noi, perché la possibile fine di questa guerra orribile, che davvero sembra ormai vicina, potrà finalmente segnare un nuovo inizio per tutti, non solo israeliani e palestinesi, ma anche per tutto il mondo”.
Ciononostante, aggiunge “dobbiamo comunque restare con i piedi per terra. Molto resta ancora da definire per dare a Gaza un futuro sereno. La cessazione delle ostilità è solo il primo passo – necessario e indispensabile – di un percorso insidioso, in un contesto che resta comunque problematico”.
Continua la nostra campagna di raccolta fondi
L’AMU, da sempre vicina alle popolazioni vulnerabili in Medio Oriente, conferma il proprio sostegno alle attività del Patriarcato, continuando a raccogliere fondi affinché gli aiuti possano raggiungere chi più ne ha bisogno.
Facciamo nostre, ancora una volta, le parole del Cardinale: “La fine della guerra non segna necessariamente l’inizio della pace. Ma è il primo passo indispensabile per cominciare a costruirla. Ci attende un lungo percorso per ricostruire la fiducia tra noi, per dare concretezza alla speranza, per disintossicarci dall’odio di questi anni. Ma ci impegneremo in questo senso, insieme ai tanti uomini e donne che qui ancora credono che sia possibile immaginare un futuro diverso”.
(Foto: Patriarcato Latino di Gerusalemme)