Cuba, anche l’arte di Gritos per l’Economia di Comunione

“Gritos” è una delle aziende del Progetto “Hub-EdC a Cuba” composta da cinque artisti che si dedicano alle arti visive. Il suo obiettivo è offrire un'opzione estetica e concettuale che inviti riflessione.

“Ci siamo conosciuti in una scuola elementare di arti plastiche e visive all’Avana. Tra noi e alcuni insegnanti si era instaurato un ottimo rapporto e per l’affinità che avevamo, ci piaceva anche ritrovarci dopo lezione in una piazza della città per parlare di molte questioni. Alla fine degli studi, dopo un po’ di tempo, abbiamo deciso di abbandonare i nostri lavori e abbiamo avviato questa attività: un nostro laboratorio per produrre opere artistiche.

Abbiamo allestito uno spazio nel cortile di una delle nostre case e poiché il luogo era in un’area comune di un edificio, non avevamo modo di registrarci come “Lavoratori autonomi” e non potevamo neanche appartenere a nessuna associazione culturale statale perché non eravamo diplomati all’Istituto Superiore di Belle Arti. Questo ha significato una difficoltà per la commercializzazione, per la quale abbiamo dovuto chiedere un favore al titolare di un negozio di artigianato, che ci ha aiutato”.

Oggi, con l’apertura alla creazione di microimprese che si sta verificando a Cuba, il gruppo di artisti ha potuto cominciare ad organizzarsi e acquisire personalità giuridica. In questa nuova fase sono state accompagnate dall’Hub-EdC Cuba e presentato la domanda per la registrazione del negozio che ora è in fase di revisione da parte del Ministero dell’Economia. Con la costituzione della loro attività potranno commerciare più facilmente le loro opere.

L’incontro con l’Economia di Comunione per loro è stato importante non solo per il sostegno, ma anche perché la proposta EdC coincideva proprio con quelle riflessioni che si scambiavano ai tempi della scuola: “Un giorno, uno di noi ha partecipato a un incontro di Economia di Comunione, ce ne ha parlato entusiasta e abbiamo iniziato a partecipare agli incontri di formazione, workshop e conferenze insieme. Fin dal primo momento questa cultura ci ha catturato, perché è una cultura che pensa non solo alla parte economica ma all’azienda nel suo insieme, dove l’essere umano è al centro. Ci piaceva molto l’idea del “lavoro con …” al posto del solito “lavoro per…”.
In questi incontri, conoscendo altri imprenditori che già mettevano in pratica i principi e i valori dell’EdC hanno capito che quelle non erano solo idee, e così anche i 5 giovani artisti le hanno riportati nel loro lavoro, in particolare nel rapporto con altri imprenditori, colleghi e clienti.

Anche nei momenti più difficili, come quelli durante la pandemia, non si sono persi d’animo: “Stavamo pensando come reinventarci o cercare un altro sostegno economico perché il nostro settore era stato molto colpito, ma abbiamo resistito. Abbiamo ridistribuito tra noi i fondi che avevamo risparmiato mensilmente, così che nessuno rimanesse nel bisogno. Quando qualcuno riusciva a fare un lavoro, condivideva ciò che riceveva con chi non aveva le risorse per sopravvivere. Poi, qualcosa di inaspettato: grazie al contatto con l’équipe EdC di Cuba e dei Focolari, abbiamo ricevuto un’offerta di lavoro per il restauro della falegnameria della Chiesa della Santa Croce. Abbiamo iniziato a lavorare e piano piano le cose sono migliorate. Questo ci ha permesso di avere delle entrate e di rimanere insieme!”.

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