Hamza, uno studente di nona elementare, aveva dei problemi a comprendere alcuni passaggi e formule matematiche così Zeina, la direttrice del Doposcuola “Casa dei bambini” a Damasco, ha pensato di farlo aiutare da due sue compagne, invece che dai professori.
Appena lanciata l’idea, Maria e Rivana, due studentesse molto brave in matematica, si sono proposte di aiutarlo e di vedersi con Hamza per una settimana, oltre l’orario delle normali lezioni.
Guardandoli lavorare insieme, si percepiva la serietà con cui tutti e tre affrontavano il compito, fino a quando Hamza non è stato in grado di capire quei passaggi che gli mancavano e proseguire il corso con tutti gli altri.
L’idea di Zeina ha fatto vivere direttamente ai ragazzi cosa significhi “reciprocità”: non solo ricevere aiuto e sostegno, ma poterlo restituire agli altri, dedicando tempo, attenzione e cura.
L’esperienza dei tre ragazzi porta con sé anche altri importanti valori: Hamza ha imparato a chiedere aiuto e ha avuto l’umiltà di riceverlo da due ragazze, cosa ancora oggi non scontata nella loro società e in molte altre. Inoltre, Maria e Rivana sono cristiane e Hamza è musulmano, ma questo non ha impedito loro di collaborare, di chiedere aiuto e di dare una mano a un amico in difficoltà.
In uno scenario come quello della Siria, in cui ogni giorno le conseguenze della guerra e delle sanzioni internazionali colpiscono duramente la vita di chi è rimasto, le esperienze nei progetti sostenuti dall’AMU, accendono e alimentano la speranza di una pace e una ricostruzione dettate da regole “nuove” e di cui tutti possano essere protagonisti.