Damasco, non solo doposcuola

[vc_row][vc_column][vc_column_text] L’anno scolastico 2020-2021 è iniziato con grande entusiasmo e passione, nonostante tutte le condizioni di salute ed economiche che coinvolgono i nostri studenti, i nostri insegnanti ed i nostri fratelli siriani. Dall’inizio della scuola a settembre, il Centro “Shababuna Mustaqbaluna” ha accolto 85 studenti, di questi 52 prenderanno il diploma di maturità, mentre altri […]

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L’anno scolastico 2020-2021 è iniziato con grande entusiasmo e passione, nonostante tutte le condizioni di salute ed economiche che coinvolgono i nostri studenti, i nostri insegnanti ed i nostri fratelli siriani.

Dall’inizio della scuola a settembre, il Centro “Shababuna Mustaqbaluna” ha accolto 85 studenti, di questi 52 prenderanno il diploma di maturità, mentre altri 33 comporranno 2 gruppi della classe nona.
Al centro, giorno dopo giorno, osserviamo il consolidamento del rapporto di fratellanza tra studenti, insegnanti e operatori. Tutti vengono con gioia e contribuiscono anche con piccoli gesti: alcuni offrono di compiere piccoli servizi durante i corsi o per la loro riuscita, altri aiutano a sistemare le aule e gli spazi comuni.
Il doposcuola di Damasco, come tutti i centri in cui si svolgono le attività del programma “Semi di Speranza”, non è solo importante per sostenere i ragazzi nel loro percorso di studi, ma diventa un vero e proprio punto di riferimento per condividere le difficoltà economiche e sociali che la popolazione attraversa, cercando insieme un modo per superarle.
Molto spesso, durante questi mesi, operatori e insegnanti hanno fatto anche visita alle famiglie degli studenti, rendendosi conto delle grandi difficoltà in cui versano molte di loro. L’aumento dei prezzi e la disoccupazione prime fra tutti: ormai è chiesto a tutti i membri della famiglia, anche ai più giovani, di trovare un modo per contribuire alle entrate.
Ad esempio, Danny, in decima classe elementare, lavora da un parrucchiere tutti i giorni dopo la scuola, lui è molto orgoglioso di poter contribuire al bilancio famigliare e grazie al doposcuola cerca di mantenere comunque un buon rendimento scolastico.
Altre famiglie hanno raccontato casi specifici e necessità impellenti, come quelle legate all’acquisto di beni o al pagamento dell’affitto.

Una famiglia, ormai giunta al quinto trasloco, si è trovata di nuovo in difficoltà e rischiava un nuovo sfratto se gli operatori non si fossero attivati per trovare i fondi per sostenerli e assicurare loro la permanenza nella casa ancora per un anno.
Il peso delle sofferenze di ogni giorno sta cominciando a far perdere la speranza a molti, aumentando il pessimismo e la voglia di andarsene, lasciando così ogni possibilità di contribuire alla ripresa della Siria.

Il nostro impegno e quello di tutti gli operatori del programma (che si chiama proprio “Semi di Speranza”) è quello di sostenere le famiglie perché possano rimanere nel proprio Paese, cercando di superare l’emergenza e recuperando la voglia di ricostruire la Siria con il proprio impegno e le proprie capacità, secondo l’apporto che ciascuno potrà dare.

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Le famiglie siriane hanno bisogno del tuo contributo per resistere e ricostruire.

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