Una testimonianza che ci arriva da Beirut (Libano):
“Sembrava un’esplosione atomica. La mia prima reazione è stata di paura, volevo nascondermi e negare l’evidenza. Avevo paura di tronare al periodo della guerra, una situazione che non avrei mai voluto rivivere.”
Dopo un primo momento di chiusura, Grace ha però sentito che non poteva rimanere con le mani in mano, sentiva dentro di sé la necessità di attivarsi con “atti d’amore” per aiutare chi stava vivendo una situazione ben peggiore della sua. Così ha deciso di prendere parte alle azioni di Humanité Nouvelle accanto alle famiglie che avevano subito danni a seguito dell’esplosione al porto di Beirut.
“L’esperienza che porterò sempre con me è stata quella di poter stare accanto a una famiglia che aveva perso tutto, che è stata ferita e colpita a tutti i livelli: fisico, mentale ed economico. Hanno perso il loro negozio di alimentari, unica fonte di reddito, la madre ha subito ferite e traumi e sta affrontando un lungo e complesso percorso medico e i ragazzi sono rimasti traumatizzati. Il più piccolo, 10 anni, non vuole più muoversi da solo e non dorme più come prima.”
Grace si è fatta carico dei bisogni di questa famiglia di Beirut, li ha accompagnati nelle varie fasi della ricostruzione del negozio e rimane accanto alla madre e ai figli per le cure mediche e il supporto psicologico.
“Non dimenticherò mai questa esperienza. Mi ha dato la gioia della risurrezione vedere la lotta di una famiglia resiliente che ha perso tutto qui a Beirut e ha sofferto tanto, ma che è tornata alla vita grazie all’amore e alla comunione mondiale di gente che non conoscevano personalmente. Questo mi dà speranza per un domani più felice, con meno paura. Dio sa parlare nei nostri cuori.”