A poche ore dall’evento sanguinario che è costato la vita all’Ambasciatore Luca Attanasio, al carabiniere Vittorio Iacovacci ed all’autista congolese Mustapha Milambo, riceviamo e condividiamo questo breve messaggio da una religiosa che vive in un monastero congolese.
Noi non sapevamo niente fino ad un’ora fa. Ed ora non ci sembra ancora vero.
Un’imboscata ad un convoglio umanitario!
E’ qualcosa di inquietante per il nostro Paese, di cui conosciamo la violenza e la crudeltà, ma non avremmo mai immaginato che sarebbero arrivate fin là.
Abbiamo dei ricordi belli di Luca, della sua giovane sposa, marocchina, bellissima.
Lui era molto, molto semplice. Un diplomatico libero da tutte le convenzioni e da tutte le etichette.
Un cuore buono e generoso.
Aveva a cuore lo sviluppo di questo popolo. E la sua pace.
Alla fine, l’Italia può essere fiera di un ambasciatore così, anche se non è la nazione (RDC) che bisogna incolpare di questo crimine.
Non si sa chi ha organizzato quest’imboscata, ma chi l’ha progettata ha un gran peso sulla coscienza e occorre pregare per la sua conversione.
Preghiamo per le tre vittime così giovani, le loro famiglie.
E continuiamo ad affidare questo paese martoriato… non certo povero ma terribilmente e brutalmente impoverito!
Anche noi dell’AMU ci uniamo al grave lutto che ha colpito queste tre famiglie, con l’ardente speranza che la gravità di questo fatto spinga finalmente le istituzioni nazionali ed internazionali ad affrontare in modo serio, continuativo e trasparente il conflitto che insanguina e tormenta in modo inenarrabile le popolazioni inermi ed innocenti di questa parte dell’Africa, e finalmente renda loro giustizia ed inneschi processi di autentico sviluppo sostenibile, equo e partecipato a tutti i livelli.