Zina ha tre figlie: una di 17 anni, una quindicenne e l’ultima di 8 anni. Quando erano in Iraq le ragazze potevano studiare, seguendo un corso di studi internazionale, suo marito era segretario del vescovo e seguiva la costruzione di alcune strutture religiose e la loro vita scorreva serena. Proprio per il lavoro di suo marito, lui, Zina e la loro famiglia hanno subito gravi minacce da parte di una tribù islamica, fino a quando nel 2016 sono stati costretti a lasciare la loro città migrando verso la Giordania e lasciando tutto quello che avevano.
Al loro arrivo avevano solo i pochi soldi ricavati dalla vendita dell’auto, appena sufficienti per affittare una casa per il primo periodo.
Ben presto anche questi risparmi sono terminati e hanno iniziato a incontrare le prime difficoltà, soprattutto perché gli iracheni rifugiati in Giordania non possono ottenere un permesso per lavorare in maniera regolare nel Paese.
Grazie a un amico hanno saputo dei servizi di assistenza di Caritas Jordan, così hanno potuto sostenere le spese di sussistenza immediata e le loro figlie sono tornate a studiare. Oggi, dopo i primi momenti di spaesamento, frequentano la scuola Saadeh, hanno trovato nuovi amici e sono migliorate anche nel profitto scolastico.
Nel marzo 2017, Zina ha sentito parlare dei corsi di formazione offerti dalla Caritas Jordan attraverso il progetto AMU e si è iscritta al modulo di cucina, potendo contare anche sui trasporti per raggiungere il centro della scuola e il pranzo durante i corsi.
Avere avuto questa opportunità riempiva Zina di passione, piacere e felicità.
Il corso è durato 30 giorni e, oltre a nuove tecniche di cucina e pasticceria, comprendeva anche elementi basi per la creazione di piccole imprese.
Dopo aver completato il periodo di formazione, Zina è stata scelta per frequentare il modulo “Cash for Work”: 50 giorni, durante i quali è stata pagata 10 dinari giordani al giorno per svolgere il lavoro per cui si era preparata. Inoltre, Zina è stata selezionata per essere il supervisore del laboratorio di cucina e dopo aver completato i 50 giorni di “Cash for work” è stata scelta per continuare a lavorare con gli iracheni nel “Giardino di misericordia”.
Zina e la sua famiglia sanno che questa non sarà la loro sistemazione per sempre, spesso si dividono tra il desiderio di tornare in Iraq e quello di trovare una sistemazione all’estero dove possano lavorare regolarmente e non solo sotto l’egida della Chiesa.
Per adesso è molto grata per l’opportunità che le è stata data: formarsi e imparare un mestiere, poter lavorare per contribuire alle esigenze famigliari e avere delle responsabilità e dei ruoli che la valorizzano come donna e come professionista.
Questi, infatti, sono anche le principali motivazioni e i principali obiettivi del progetto che AMU e Cartias Jordan hanno portato avanti per ridare dignità e serenità ai profughi iracheni in Giordania.