Uno stralcio del racconto di Sameiro che per AMU è andata in Sierra Leone a constatare le condizioni locali dopo l’emergenza ebola – Il pezzo per intero sarà pubblicato sul prossimo numero di AMU Notizie.
Sierra Leone è uno dei Paesi con l’indice di sviluppo umano (HDI)* più basso al mondo: su un elenco totale di 187 Paesi, esso si trova al 183° posto. Le condizioni della popolazione sono precarie e le principali attività di sussistenza come la raccolta di frutta e la caccia, tramandate come tradizioni familiari, oggi sono tornate una necessità perché l’avvento delle grandi compagnie minerarie straniere ha provocato il disboscamento e la vendita di grandi aree prima destinate all’agricoltura di sussistenza.
Il tasso di mortalità infantile, fino al 2007 il più alto al mondo, è determinato principalmente dalla diffusione di malaria, diarrea, malnutrizione e infezioni. L’epidemia di ebola che ha messo in ginocchio l’Africa occidentale è stata resa pubblica dall’organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) solo nell’agosto 2014, quando l’epidemia stava già raggiungendo il suo punto massimo di diffusione con quasi 1.444 casi e 826 vittime La sua diffusione ha colto impreparati Governi e sistemi sanitari locali.
Al nord del Paese, la regione di Koinadugu è la più grande ma anche la più povera del Paese. La città di Kabala, non è mai stata ricostruita dopo la guerra e ancora oggi non ha elettricità, acqua e i servizi più basici. Abbiamo incontrato il governatore della regione, Skeku Kamara che si è preso a cuore le popolazioni più periferiche, cercando di implementare i programmi di salute, agricoltura, educazione e comunicazione che integrano il programma governativo. Una delle sue preoccupazioni sono le decine di scuole elementari e medie che ha costruito nella regione e, per quanto riguarda la sanità, creare centri di salute in posti strategici, per i primi soccorsi e per l’aiuto alla maternità. Ne ha costruito già 5.
L’ultimo, in costruzione, sta a DelduKamaron, a c. 180 km dalla città e a pochi km della frontiera con la Guinea Conacri, in una zona poverissima, proprio accanto alle colline piene di minerali e diamanti dove è infuriata la guerra civile durata 11 anni.
Il Centro è quasi finito e si sta concludendo la costruzione con alcune abitazioni per gli infermieri. La stagione delle piogge sta per iniziare e perciò hanno cercato di trasportare il più gran numero di materiale possibile perché dopo sarà impossibile arrivarci.
Gli ultimi anni hanno visto una stabilità politica che si auspica sia durevole e un tentativo da parte delle autorità di aiutare a sviluppare il Paese in tutti i sensi. Ci vorranno forse anni perché il HDI possa salire, ma gli sforzi ci sono.
* L’Indice di sviluppo umano dell’ONU che considera reddito, istruzione e aspettativa di vita
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