Il numero dei lavoratori birmani emigrati in Thailandia è stimato fra il milione e mezzo e i 2 milioni, e la Thailandia è sicuramente il Paese in cui i Birmani si riversano in maggior numero, spinti dalle rappresaglie della giunta militare che da 50 anni governa il Myanmar. Con il progetto AMU, realizzato localmente dal Good Friends Centre, si provvede all’istruzione di oltre 900 bambini e ragazzi, figli di immigrati.
Il numero dei lavoratori birmani emigrati in Thailandia è stimato fra il milione e mezzo e i 2 milioni, e la Thailandia è sicuramente il Paese in cui i Birmani si riversano in maggior numero, spinti dalle rappresaglie della giunta militare che da 50 anni governa il Myanmar, e alla ricerca di un futuro possibile.
In Thailandia, tuttavia, la loro vita non si svolge senza pericoli: costretti ai lavori più umili e di frequente sfruttati dai loro padroni, sono spesso vittime di violenza anche da parte della polizia, che minaccia di rimpatriarli in Myanmar condannandoli a morte certa, anziché riconoscere il loro status di rifugiati.
I figli degli emigrati risentono pesantemente di questa situazione drammatica e precaria. La scarsità dei mezzi economici, aggravata spesso dall’assenza di documenti di soggiorno, impedisce di fatto ai genitori di iscrivere i figli alle scuole Thai, che hanno tasse di iscrizione considerevoli. Della loro istruzione si prendono cura alcune istituzioni umanitarie, fra cui il “Good Friends Centre”, organizzazione non profit che agisce al servizio della diocesi di Nakhon Sawan. Il GFS si occupa di 8 scuole a Maesod, Phop Phra e in alcune zone vicino al confine con il Myanmar, tutte nella provincia di Tak. Nato proprio per colmare il vuoto educativo dei figli degli immigrati, il Good Friends Centre crede nel valore dell’educazione come strumento di riscatto e solida base per costruire il futuro. Il Centro provvede alle spese di trasporto, ai salari degli insegnanti e al pranzo per gli scolari, ma non è in grado di coprire le spese per le attrezzature e il materiale didattico. Attualmente le scuole sono male attrezzate con materiali di scarsa qualità e non hanno in dotazione materiale didattico, eccetto i libri di testo. L’attività sportiva è molto limitata, mentre sarebbe auspicabile per favorire lo sviluppo fisico e mentale dei bambini e ragazzi coinvolti nel progetto.
I beneficiari del progetto sono 925 bambini e ragazzi fra i 4 e i 16 anni e, di conseguenza, i loro genitori, che vengono sostenuti nel difficile compito di provvedere alle famiglie in un paese straniero e ostile. Il contributo AMU è destinato all’acquisto delle divise scolastiche (€ 3.931,15 – circa € 4,25 per divisa), di alcune attrezzature (lavagne, scrivanie ed armadi per complessivi € 1.806,20), di attrezzature per la cucina e il refettorio (€ 2.039,95) e di equipaggiamento sportivo (€ 722,70). La gestione del progetto richiede un contributo di € 740,00; il costo totale della microazione è pertanto di € 9.240,00.
(scheda compilata il 27 novembre 2009)
Questo progetto si è concluso nel 2010