Simon è un ragazzo che vive in Siria, abitava in un villaggio a 1h e 30 minuti da Damasco e viene una famiglia modesta, con il papà contadino e la mamma che produce e vende qualche formaggio, per aiutare il bilancio famigliare.
Come in tutta la Siria, a causa della guerra, anche nella scuola di Simon la qualità dell’insegnamento scolastico è molto basso: molti professori hanno lasciato il Paese e le scuole non bombardate sono sovraffollate.
Simon sta ultimando gli studi per conseguire la maturità scientifica, ma in queste condizioni è molto difficile, per questo decide di andare a Damasco e iscriversi a una scuola privata, come cercano di fare tutti per avere una preparazione adeguata. Damasco però è la città più costoso della Siria e le lezioni private sono molto dispendiose.
Fortunatamente a Damasco Simon può contare sull’ospitalità di una zia e per mantenersi decide di lavorare durante i 3 mesi estivi e, poi, con 3 amici ha comprato 3 alveari per fare del miele e venderlo.
Simon ha 17 anni, ma è molto determinato e vuole raggiungere il suo obiettivo. Proprio questa determinazione, la sua storia e l’impegno che dimostra ha convinto i responsabili del centro ad accoglierlo: contribuirà coprendo solo il 15% dei costi e gli insegnanti, per contribuire, hanno deciso di comprare il miele da lui e i formaggi da sua madre.
La storia di Simon ha coinvolti tutti, così come capita spesso per gli iscritti a “Bayt Al Atfal”. Da qui e da queste storie, si comincia a rigenerare la Siria del futuro.
Il progetto “Bayt Al Atfal”
Il centro ha iniziato le lezioni a metà settembre, su 47 iscrizioni, 13 iscritti sono per conseguire la maturità, 28 per la quarta media e 6 per la terza media.
Dal lunedì al giovedì i ragazzi seguono 3 lezioni da un’ora ciascuna in: matematica, fisica, chimica, arabo, inglese, francese,
Oltre al supporto scolastico, però, il centro si occupa dei ragazzi anche dal punto di vista umano, soprattutto per spronarli a impegnarsi e a dare il massimo.
Gli insegnanti specializzati e tutto il personale, coinvolgendo anche i genitori, cercano di creare un clima motivante e “di famiglia”, per incoraggiare al massimo questi ragazzi “figli della guerra”. Per questo, da quest’anno, ogni mese si è deciso anche di festeggiare, in un giorno a sorpresa, i compleanni di tutti gli alunni nati in quel periodo
Il centro “Bayt Al Atfal” richiede ad ogni allievo un contributo fino al massimo al 40% di quello che si pagherebbe in un centro privato, ma molto spesso, date le situazioni difficili degli allievi, ci sono richieste di contributi più bassi, fino all’esenzione in alcuni casi.