Nei mesi di novembre e dicembre l’AMU ha realizzato alcuni laboratori di Cittadinanza Planetaria, a Latina (11 novembre), Padova (23 e 24 novembre) e Catania (6 e 7 dicembre). Queste attività si inseriscono nel progetto Let’s Bridge, cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Youth in Action.
Ultimi in ordine di tempo, i due laboratori realizzati nel Liceo Scientifico Galileo Galilei di Catania e nel Liceo Majorana di San Giovanni a Punta (CT).
Al Galilei il programma era incentrato su “Sviluppo Globale e Giustizia Sociale“, ed è stato svolto attraverso video, presentazioni, momenti di dialogo e un gioco di simulazione, con l’obiettivo di far comprendere la complessità delle questioni sociali, dei meccanismi che provocano le disuguaglianze economiche e delle possibili scelte nella direzione di un mondo più giusto e fraterno. Molto interessante anche l’apporto specifico dei ragazzi attraverso la presentazione del loro progetto “Un ponte fra Catania e Bujumbura”.
Riportiamo alcune valutazioni fatte dagli stessi studenti a conclusione del laboratorio.
Davide:
Nella nostra scuola si è tenuto un incontro sulla globalizzazione, che oggi è forse una tematica scontata ma in realtà molto importate nello sviluppo mondiale. Globalizzazione non significa abbattere le diversità culturali dei popoli ma, al contrario, significa conoscerle e rispettarle.
Le nazioni però non sono tutte allo stesso livello economico, infatti ve ne sono alcune dette oggi “povere”, un termine errato perché si tratta di Paesi che in realtà possiedono molte ricchezze e che sono stati “impoveriti” nel corso della loro storia. Per avere un mondo equamente globalizzato bisogna quindi disporre le risorse ugualmente.
Pier Francesco:
Questa esperienza è stata molto interessante ed utile per capire le relazioni tra i diversi Paesi. Per comprendere meglio la distribuzione delle risorse, abbiamo partecipato ad un gioco in cui ci siamo suddivisi in gruppi per ogni continente e ci sono state fornite delle sedie, che rappresentavano i beni e le ricchezze; essi però non erano distribuiti equamente. Oltre a questo gioco abbiamo preso visione di diverse statistiche sulla globalizzazione e sulla sua evoluzione nel mondo, con tutte le conseguenze che comporta.
Gaia:
L’incontro sulla globalizzazione è stato molto significativo per me: ho imparato il significato vero di globalizzazione e i problemi che affliggono molti Paesi impoveriti. Grazie ad un gioco divertente abbiamo notato la differenza tra i vari continenti e le risorse disponibili che, se distribuite equamente su tutto il globo, potrebbero salvare molte vite.
Marco:
Questo progetto mi è stato utile per comprendere la situazione nel mondo: ci sono continenti molto popolati come Africa e Asia con poche risorse e altri come Europa e America del Nord che hanno più di quanto serve. Bisognerebbe che i paesi ricchi donassero ai più poveri delle risorse che a loro non servono.
Carla:
Per me è stata un’esperienza bellissima che mi ha fatto capire molte cose. Una delle cose più importanti è che con la globalizzazione il mondo ha abbattuto le barriere economiche, politiche e tecnologiche ma non ha abbattuto le barriere più importanti, cioè quelle sociali. La seconda cosa è che la distribuzione delle risorse nel mondo non è ben organizzata. In questo mondo c’è qualcosa che non funziona ed è arrivato il momento di cambiare le cose. La globalizzazione riguarda tutti i paesi del mondo e bisogna cercare che si sviluppi sempre di più fino ad abbattere le barriere sociali affinché l’umanità possa vivere in fraternità.