Testo integrale dell'articolo pubblicato su AMU Notizie n. 4/2010, dove il progetto viene presentato per la prima volta.
Donne e micro credito
(Testo pubblicato su AMU Notizie n. 4-2010)
Più volte nella mia vita mi sono trovato ad incontrare gruppi di persone coinvolte nei nostri progetti, in paesi e contesti molto diversi. Tra questi incontri, ricordo bene anche quello avuto nel mese di aprile 2009 nei pressi della città di Bujumbura, in Burundi.
Ero in visita a CASOBU (controparte storica dell’AMU in Burundi), e mi hanno accompagnato a Kinama, lungo la sponda settentrionale del Lago Tanganika, in direzione del confine con la RDC. Dopo aver svoltato verso l’interno dalla strada principiale, ed essere passati lungo alcuni viottoli tra case e baracche che denotavano la povertà del quartiere, siamo arrivati al centro di assistenza infantile dove vengono accolti 180 bambini sostenuti da un progetto di solidarietà a distanza di Azione per Famiglie Nuove. Il centro, da poco ampliato, offriva un forte contrasto con l’ambiente circostante per la sua pulizia ed ordine, pur essendo estremamente essenziale e semplice.
Proprio a Kinama si stanno realizzando attività di micro finanza sostenute da CASOBU, iniziate diversi anni fa dopo che, nel 2005, l’allora presidente dell’associazione Alexis Nsabimana poté partecipare ad un corso di perfezionamento universitario sulla micro finanza di nove mesi, presso l’università di Bergamo – organizzato dal CIPSI, la federazione di ONGs alla quale AMU aderisce. Al suo rientro in patria, Alexis si è attivamente dato da fare, e poco a poco ha trasmesso le sue competenze anche agli altri membri di CASOBU, che lentamente hanno iniziato con gruppi di risparmio e credito prima a Bujumbura, e poi nelle varie province.
Anche a Kinama hanno visto che era necessario fare qualche cosa in più, che completasse le attività di assistenza all’infanzia, e rimuovesse nel limite del possibile le cause della estrema indigenza che impedisce a molte famiglie (spesso rette da sole donne) di prendersi cura dei bambini. La situazione nel quartiere è davvero grave: gli effetti perversi e le distruzioni della guerra civile non sono ancora stati superati, tant’è che in molte famiglie si consuma un solo e magro pasto al giorno, le madri spesso non sono nemmeno in grado di procurare le divise scolastiche o i quaderni per i figli, che così sovente restano a casa. Per non parlare delle cure sanitarie, gratuite per le donne incinte e per i bambini sotto ai cinque anni, ma… inaccessibili per quelli già cresciuti.
Nel 2008 ha così preso vita il progetto “Sostegno alle attività generatrici di reddito per famiglie vulnerabili di Kinama”, attraverso un modello di micro credito comunitario detto Comunità di risparmio e credito interno. Attualmente sono quattro i gruppi costituiti, e portano nomi evocativi come “Sosteniamo i nostri bambini”, “Solidarizziamoci”, “Gioiose” “Aiutiamoci vicendevolmente”, che coinvolgono 72 capifamiglia, di cui il 93 % sono donne. A noi questi nomi potrebbero far sorridere, ma chi ha avuto la possibilità di guardare negli occhi queste persone, sentire le loro storie, condividere i loro successi e comprendere il senso di fiducia ed orgoglio che nasce dal senso di una dignità acquistata a prezzo di fatiche e sacrifici, ne resterà edificato. La metodologia per questo progetto consiste in un approccio partecipativo, che porti i membri dei gruppi a conoscere e condividere gli obiettivi del progetto, a responsabilizzarli fino al punto di comprendere che si tratta di attività che dipendono da loro stesse/i, rendendo così “perenne” il progetto ed i suoi effetti. L’attenzione alla dignità della persona nella sua interezza, la capacità di ascolto e condivisione sono attitudini importanti che ciascun membro del gruppo di lavoro di CASOBU esprime secondo un proprio stile e personalità.
Riflettendo con CASOBU sulla possibilità di espandere questa esperienza, è nata una proposta di progetto che estenda questi benefici anche ad altre persone, oltre che a Kinama stessa, anche nelle municipalità di Cibitoke e Kamenge, con una tappa che preveda al momento la costituzione di altri 4 nuovi gruppi di circa 25 membri ciascuno. Pensando ad una media di circa 5 membri per famiglia (ma in realtà sono valori molto prudenziali), si può arrivare ad almeno 500 persone.
Le principali attività che verranno svolte sono:
– sensibilizzazione dei beneficiari;
– formazione di gruppi sul modello delle comunità di risparmio e credito interno;
– materiale formativo specifico per i gruppi;
– supervisione ed accompagnamento alle attività dei gruppi;
– rafforzamento delle capacità dei beneficiari nella gestione contabile ed amministrativa, gestione delle risorse, avvio di piccole attività generatrici di reddito, ecc.;
– rafforzamento delle capacità e formazione su temi trasversali come il diritto civile (particolarmente diritto di famiglia), genere, salute e pianificazione famigliare, SIDA, ecc.
Il costo per avviare questo nuovo progetto ammonta ad € 40.000, che servirà in parte per coprire i costi della formazione ed animazione con i beneficiari, ed in parte per costituire un fondo rotativo gestito comunitariamente, man mano che CASOBU verificherà la capacità e la solidità dei vari gruppi. I tempi di realizzazione sono necessariamente lunghi, in quanto prima del danaro conta la vera e sincera motivazione delle persone, un fattore “che non ha prezzo”, ma che è il vero e più profondo segreto per il buon esito di simili progetti.
Stefano Comazzi