Sul numero 2/2014 di AMU Notizie, appena uscito, Andrea e Lorenza Mosca raccontano il loro viaggio in Burundi. Qui riportiamo il testo integrale.
Vacanze in Burundi. Lungi dall’essere l’ultima trovata cinematografica nostrana, è stato in realtà uno dei più bei film che abbiamo visto ultimamente, perché si tratta di una storia vera. La nostra storia, che si intreccia con tante altre storie vere. Storie di amici e di sconosciuti, di programmi e di sorprese, di scoperte e di avventure. Ma soprattutto, una storia di accoglienza.
Il viaggio in Burundi è uno di quei progetti, per non dire sogni, che tiri fuori dal cassetto quando capisci che è arrivato il momento giusto: un paio di amici africani che ti possono ospitare, una bambina adottata a distanza che aspetta di essere visitata, un progetto di cooperazione per cui ti impegni nella tua città e che – guarda un po’ – si rivolge proprio alla popolazione burundese.
Il Paese delle mille colline, e davvero non si fa difficoltà a capire perché sia chiamato così, si è rivelato ai nostri occhi piacevolmente diverso da quanto il nostro immaginario ci potesse suggerire: una vegetazione rigogliosa e colorata, imponenti cascate, falesie vertiginose, spiagge bianchissime. Viene da chiedersi perché un posto così non finisca sulle prime pagine dei volantini nelle agenzie di viaggio. La cruenta guerra tra etnie andata in scena negli anni ’90 e protrattasi fino a poche manciate di anni fa sembrava essersi portata via, oltre a tanta ricchezza umana e materiale, anche la bellezza che questo piccolo Paese dell’Africa centrale può offrire. Ma che gioia scoprire che in realtà non è così, e soprattutto che c’è qualcosa di ancor più bello che il Burundi può e potrà sempre donare: il suo popolo.
L’impatto con la gente di Bujumbura – la capitale – è stato subito una festa: possiamo dire di essere stati investiti di un affetto, amicizia e generosità smisurati. Spesso accolti dai membri della comunità del Movimento dei Focolari, ci siamo sentiti a casa nel vero senso della parola, viste le tante case che ci hanno aperto le loro porte per condividere un pranzo, una notte, o semplicemente una birra in compagnia, come se fossimo vecchi amici ritrovati dopo tanto tempo.
Uno dei motivi che ci ha spinti sin qui è il progetto di microcredito chiamato “Solidarietà con Butezi”, promosso dall’AMU in alcuni villaggi dell’interno del Burundi che fanno capo a Butezi, nella provincia di Ruyigi, e che ha beneficiato negli ultimi anni anche un di cospicuo supporto da parte della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Anche noi, come molti nostri concittadini di Trieste, ci siamo impegnati in questi anni perché il progetto potesse raggiungere i risultati attesi, favorendo alcune attività di promozione e di raccolta fondi: dalla vendita di caffè porta a porta con altri giovani, all’organizzazione di conferenze sul tema con esperti, a piccole rinunce personali. In occasione dell’ultimo compleanno, Andrea si è proposto di mettere da parte i soldi di un aperitivo per ogni sms di auguri che sarebbe arrivato da amici e parenti, decidendo poi di versare l’intera quota per il progetto e festeggiando con gli amici soltanto “virtualmente”.
Tra coloro che ci hanno riservato un’accoglienza speciale, vi sono certamente i membri di CASOBU, l’associazione locale partner di AMU nei progetti di cooperazione allo sviluppo in Burundi. Sono stati loro ad introdurci con delicatezza ma anche con decisione nei vari progetti che tanto alacremente stanno portando avanti da ormai più di dieci anni.
In particolare, è stato per noi fondamentale sentire da loro come è nato e si è sviluppato il progetto di microcredito che ci vede in qualche modo coinvolti, con i suoi primi successi ma anche le inevitabili difficoltà, per provare a capire meglio e vedere con occhi nuovi quanto avevamo lontanamente appreso al riguardo. E ci siamo così tuffati con loro, senza risparmiarci, in questa avventura.
Dopo un incontro preparatorio ed una cena per fraternizzare davanti al gustosissimo pesce del lago Tanganika, siamo partiti per un viaggio di più giorni all’interno del Paese, verso i villaggi destinatari del progetto. Le dimensioni e la struttura del fidato fuoristrada messo a disposizione da CASOBU già ci facevano intendere che da queste parti ogni chilometro sarebbe stato una piccola conquista, che si traduce poi in un supplemento di entusiasmo nei confronti di chi avremmo incontrato a destinazione.
E le nostre aspettative non sono certo rimaste disattese: gli abitanti dei villaggi, sapendo del nostro arrivo con la delegazione di CASOBU, ci hanno riservato in ogni luogo un’accoglienza speciale con danze e canti, abbracci e strette di mano. Poi, radunati in cerchio sotto un grande albero o una tettoia per ripararci dal sole, ci donavano i loro racconti, le piccole e grandi conquiste ottenute grazie a quel prestito concesso, le difficoltà nel reperire i soldi necessari al rimborso delle rate, la voglia di non mollare e provarci ancora nonostante i fallimenti.
Una donna raccontava che grazie alla partecipazione al gruppo di microcredito può ora portare a curare il figlio malato, altri hanno potuto iniziare una piccola attività agricola, altri ancora sono riusciti ad uscire dal circolo vizioso in cui si trovavano per aver chiesto un prestito ad un usuraio. C’è chi sta perfino costruendo la propria casa con il credito ricevuto ma nel contempo non manca di rimborsare puntualmente le proprie rate. Davvero niente male per gente che era abituata a misurare il proprio benessere sulla base di “quante volte al giorno posso mangiare”.
Il progetto prevede che i beneficiari non ricevano direttamente somme di denaro o altri beni dall’ente finanziatore, ma che il sistema di prestiti si basi esclusivamente su quanto ciascun gruppo riesce a risparmiare per potersi così auto-sostenere. La gioia e l’orgoglio negli occhi di chi è riuscito a migliorare la propria condizione di vita grazie all’impegno proprio e della comunità in cui vive sono sentimenti difficili da spiegare, ma che ci hanno colmato di una felicità ancor più piena.
Ci ha colpito soprattutto come da molti racconti emergesse la gioia di riuscire a condividere, grazie alla partecipazione ai gruppi di risparmio e microcredito, le proprie difficoltà e le necessità della famiglia con le persone del proprio villaggio, con gli stessi vicini di casa che talvolta si preferiva evitare. E perfino di capire insieme, nel gruppo, chi tra loro avesse la necessità più impellente e dovesse ricevere un prestito, magari rinunciando in quel momento al proprio bisogno.
Ecco una bella fetta di bagaglio che vorremmo riportare a casa.
Condividendo queste giornate con gli amici di CASOBU, ci accorgiamo di quanto la riuscita di questo, come forse di qualunque altro progetto di sostegno alle comunità locali, non possa prescindere da un grande lavoro di relazioni e rapporti personali costruiti e coltivati con pazienza, da un continuo provare e riprovare magari per altre strade, dalla instancabile ricerca di dialogo e condivisione. Ed è per questo che ci sentiamo estremamente grati a tutti coloro che si impegnano giorno per giorno in questa terra affinché si possa realizzare tutto ciò di cui noi abbiamo potuto assaporare i frutti.
Ed è anche con questo spirito che vogliamo tornare alla vita di ogni giorno e continuare ad impegnarci per dare il nostro piccolo contributo al progetto dell’AMU perché quei volti, che adesso hanno un nome, aspettano da noi più d’ogni somma di denaro o altro bene materiale, anzitutto di “camminare insieme”.
Andrea e Lorenza Mosca