Dall’8 luglio si è riacceso violentemente il conflitto mai risolto fra Israele e Palestina. La Terra Santa avvolta nella follia della guerra ha ora bisogno del coraggio della pace.
«Vorrei rivolgermi a tutto il mondo, a nome del mio popolo, affinché torni a Dio, e si ricordi che a Gaza cristiani e musulmani siamo una sola famiglia, un unico popolo e un’unica vita, e stiamo subendo tutti la stessa sofferenza.»
L’appello, lanciato su Radio Vaticana da una giovane donna che vive tuttora nella striscia di Gaza, è più forte di qualsiasi immagine di distruzione.
«Come è cambiata la vostra vita da quando è iniziato il conflitto?», chiede l’intervistatrice. «Sinceramente – risponde la donna – prima e dopo questa guerra nulla è cambiato. Siamo un popolo già morto. Siamo senza elettricità, senz’acqua, senza lavoro. I giovani stanno morendo psicologicamente: parli con loro e sembra di parlare con una persona di 70 anni senza aspettative nella vita e speranze. L’unica ambizione è avere almeno l’elettricità per due ore durante il giorno e trovare un po’ di carburante.»
«E come può cambiare questa situazione?»
«Se le cose dovessero cambiare sarebbe solo perché chi ha responsabilità e potere si ferma al cospetto di Dio. Solo Dio può fare la differenza, può cambiare i cuori pieni di odio, può cambiare questa realtà di morte e sofferenza».
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Come aiutare?
Ci uniamo all’iniziativa promossa dal Movimento dei Focolari con la quale “… ci assumiamo l’impegno quotidiano di offrire e di pregare l’Onnipotente perché si fermi la violenza contro i più deboli, perché si apra il dialogo tra le parti coinvolte e perché si abbia il “coraggio della pace”.” È anche possibile offrire contributi. Leggi la news >>>
Non dimentichiamo, infine, che l’Italia è fra i primi Paesi dell’UE ad esportare armi verso il Medio Oriente; questo ci spinge ad unirci alle Campagne in atto per il Disarmo, affinché la nostra preghiera sia sostenuta anche dall’azione e la nostra azione sia coerente nell’esprimere un sincero desiderio di pace.