In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazio-ne, pubblichiamo alcuni stralci di un intervento di Luce Silva, svolto a Scarlino (GR) il 7 maggio scorso nell’ambito di un ciclo di seminari sul cibo.
Dall’insicurezza alla sovranità alimentare
Cos’è l’insicurezza alimentare?
E’ una situazione in cui le persone non hanno accesso ad una qualità e quantità di cibo sufficiente per uno sviluppo normale ed una condizione di vita sana. Può essere causata dalla inesistenza di cibo, dalla mancanza di reddito, da una inadeguata distribuzione di cibo oppure da una impropria utilizzazione del cibo a livello domestico. L’insicurezza alimentare può essere cronica o temporanea.
La povertà e l’insicurezza alimentare sono certamente due dei più gravi problemi che affliggono ancora oggi l’umanità, e infatti sono entrambi oggetto del primo degli otto Obiettivi di sviluppo del Millennio, stabiliti dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2000.
Secondo il rapporto delle Nazioni Unite pubblicato nel 2012, quasi 870 milioni di persone sono affette da malnutrizione cronica. La stragrande maggioranza di chi ha fame, 852 milioni, vive nei Paesi in via di sviluppo – circa il 15% della loro popolazione – mentre 16 milioni di persone sottonutrite vivono nei Paesi sviluppati.
Il paradosso è che il mondo oggi ha delle capacità tecniche ed economiche senza precedenti. Infatti, a livello globale, già da alcuni decenni la quantità di cibo disponibile è ormai molto superiore al fabbisogno della popolazione mondiale, e ciò è possibile perché la produzione alimentare mondiale è cresciuta più rapidamente della popolazione. Il problema della “fame nel mondo” riguarda la distribuzione, non la produzione. Quest’ultima, è in crescita continua.
I problemi di sicurezza alimentare vanno analizzati inquadrandoli in questo scenario globale. Se ci sono persone denutrite, il motivo non è quindi la mancanza di cibo, ma il fatto che queste persone, per una serie di circostanze, non hanno accesso al cibo che è disponibile.
Quindi è inaccettabile che più di 100 milioni di bambini sotto i 5 anni siano sottopeso, e non in grado di realizzare il loro pieno potenziale umano e socio-economico, e che la malnutrizione infantile sia causa di morte per più di 2,5 milioni di bambini ogni anno.
Siamo ancora lontani dal raggiungimento degli obiettivi del millennio, che miravano a dimezzare la fame nel mondo entro il 2015.
La sovranità alimentare si basa sul diritto delle comunità rurali e dei produttori locali all’autodeterminazione e alla auto-organizzazione, all’accesso ai mezzi di produzione agricola e alla terra. Questo significa un cambio di tendenza dell’attuale modello di produzione agricola industriale che beneficia un piccolo gruppo di multinazionali, per investire invece risorse e tecnologie in un’agricoltura che sia a servizio delle persone, che promuova la biodiversità e la sostenibilità ambientale.
Il concetto di sovranità alimentare richiede anche alla scienza e alla ricerca di mettere al centro gli interessi dei consumatori e non tanto gli interessi del produttore.
Poiché la sovranità alimentare si basa sul principio dell’autodeterminazione, si presenta una sfida democratica a tutti i governi che prendono seriamente il diritto umano al cibo.
La sovranità alimentare invita inoltre tutti gli individui a prendere con consapevolezza le proprie decisioni per quanto riguarda la loro salute e per il tipo di cibo che desiderano consumare.