February 5, 2016. In Sicily a pilot project has started for the integration of young people, Italians and foreigners, in disadvantaged conditions.5 febbraio 2016. Dalla Sicilia è partito un progetto pilota per l’integrazione di giovani in condizioni di disagio, italiani e stranieri
In Sicily a pilot project has started for the integration of young people, Italians and foreigners, in disadvantaged conditions.
The core of the project activities is realized in eastern Sicily, in particular in the provinces of Catania and Ragusa, a territory where hundreds of migrants arrive, often unaccompanied minors fleeing from their countries. The project “Making System Beyond Hospitality” targets these migrants, but also young Italians in a situation of distress, providing them with employment opportunities and social inclusion.
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Why “making system”? In today’s complex society it is necessary to put at stake different skills, experiences and expertise in order to address these issues. “In this case, for example, Francesco Tortorella of AMU project area explains, the initial idea came from the Fo. Co. cooperative that has been dealing with the integration of asylum seekers and unaccompanied minors in Sicily for years. Other partners were immediately involved, as the non-profit organization AFN for example, who will put into place a national network of families for the reception of these young people as well as of businesses of the Economy of Communion which will offer throughout Italy vocational training opportunities and job placement, and so forth.”
This project, which began in January, will last one year. It will involve fifty young people and almost as many workers. This experiment will be the basis for future actions of this kind at national level, which are actually already in planning stage.
Dalla Sicilia è partito un progetto pilota per l’integrazione di giovani in condizioni di disagio, italiani e stranieri
Il nucleo delle attività del progetto viene realizzato nella Sicilia orientale, in particolare nelle province di Catania e Ragusa, un territorio a cui approdano centinaia di migranti, spesso minori non accompagnati in fuga dai loro Paesi. A questi ultimi si rivolge il progetto “Fare sistema oltre l’accoglienza”, ma anche a giovani italiani in situazione di disagio, per offrire opportunità di lavoro e inserimento sociale.
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Perché “fare sistema”? Perché nella società complessa di oggi per affrontare questi problemi occorre mettere in gioco competenze, esperienze e professionalità diverse. «In questo caso ad esempio, spiega Francesco Tortorella del settore progetti AMU, l’idea iniziale è stata della cooperativa Fo.Co., che da anni si occupa di integrazione dei richiedenti asilo politico e dei minori senza famiglia in Sicilia. Subito sono stati coinvolti altri partners, come AFNonlus che si occuperà di animare una rete nazionale di famiglie per l’accoglienza di questi giovani, e le imprese di Economia di Comunione che offriranno in tutta Italia opportunità di formazione professionale e inserimento lavorativo, e così via.»
Questo progetto, iniziato in gennaio, avrà la durata di un anno. Coinvolgerà una cinquantina di giovani e quasi altrettanti operatori. Una sperimentazione che costituirà la base per future azioni di questo tipo su scala nazionale, già in fase di progettazione.