Per la Giornata Internazionale della Donna abbiamo scelto una frase di Chiara Lubich sull’importanza di saper ricominciare: “Il saper ricominciare sarà l’atto più intelligente, più costruttivo che possiamo compiere. Esso è il segreto del vero progresso spirituale”.
I progetti di cooperazione ed educazione allo sviluppo sono dei mezzi attraverso i quali le persone possano trovare o ricostruire la propria dignità, come individui e come comunità. E molto spesso, proprio le bambine, le ragazze e le donne, sono quelle che hanno più bisogno di sostegno, materiale e psicologico, per ritrovarsi e avere la forza di spezzare circoli viziosi, convenzioni sociali e discriminazioni.
Per questo, in questi giorni, pubblicheremo alcune storie che ci hanno raccontato alcune donne protagoniste dei progetti di sviluppo dell’AMU.
Vivi la tua vita e dimentica la tua età, Nawal – Egitto
L’età non è solo un numero. È una raccolta delle tue esperienze mescolata con le altre conoscenze ed occasioni che arrivano dalle altre persone, o dai libri, per esempio.
Nawal ha 63 anni, ha sempre pensato di essere meno degli altri perchè analfabeta e, seppur avesse tanto desiderato studiare, pensava che non sarebbe mai stata in grado di imparare a leggere e scrivere, soprattutto alla sua età.
Un giorno al centro di KozKazah, dove si svolgono le attività di Chance for Tomorrow, venne una donna a raccontare la sua esperienza: era riuscita a completare gli studi, grazie ai suoi nipoti e ora stava provando a laurearsi. Il percorso è stato, evidentemente, pieno di ostacoli e difficoltà, ma lei non si arrese e queste avversità diventarono stimoli.
Al sentire queste parole Nawal ha deciso di tornare (o cominciare?) a credere nelle sue capacità, promettendo a sé stessa e agli altri che avrebbe imparato a leggere e scrivere.
Lavorando sodo e con l’aiuto di un’altra associazione incontrata tramite il centro, Nawal ha superato tutti gli esami e finalmente ha ottenuto un certificato che attesta la sua capacità di saper scrivere e saper leggere.
“Quando ho visto il certificato, non riuscivo a trattenere le lacrime. Questo certificato era la prova della mia volontà e abilità. Mi ha fatto sentire di nuovo viva”
Forza, Lorena, ci vuole determinazione per costruire un sogno – Argentina
Lorena Uncos è una donna di 35 anni che vive a “Potrerillos” (Regione di Salta, Argentina) con suo marito Ramón e i suoi due figli, Facundo di 11 anni e Francisco di 3.
Durante un viaggio Lorena ha visto come delle vecchie stufe di tabacco siano state trasformate in bellissimi alloggi per turisti. In effetti le stufe del tabacco sono dei magazzini molto alti con alcune finestrelle vicino al soffitto e fungono da riparo al tabacco una volta raccolto e messo ad essiccare. Sono perfette per essere riutilizzate come alloggi. Da quel giorno Lorena ha cominciato a sognare di fare lo stesso con le 4 stufe che erano in disuso nel campo dei suoi genitori.
Ma per rendere le stufe adatte alla ricezione andava affrontata una ristrutturazione degli stabili non sempre semplice. Ed è qui che a supporto di Lorena e della sua famiglia arriva il programma PTSNOA – Programma di Turismo Sostenibile e Solidale del Nord Ovest Argentina.
Lorena ricorda i lunghi giorni in cui lei e suo marito, tornati dal loro lavoro, impugnavano pala, piccone e spatola fino a notte. Così hanno posto le piastrelle, intonacato e dipinto i muri, livellato il pavimento, collegato l’impianto idraulico e l’elettricità.
Il progetto, iniziato come un sogno, ha visto la luce e dal 2016 accoglie turisti argentini e stranieri.
I letti, la casa, l’acqua calda che esce da una stufa a legna, la decorazione con artigianato tipico, tutto è pensato nel dettaglio e rispecchia l’animo determinato di Lorena, che ora sogna di poter ristrutturare anche le altre stufe.
“Le difficoltà iniziali sembravano insormontabili e questo un sogno piccolo picoclo. Invece ci siamo riusciti e ora possiamo offrire la nostra terra e le nostre tradizioni”
Chi resiste, come Luciana, riesce! – Brasile
Luciana e suo marito si trovavano in una situazione di grande difficoltà, lui era disoccupato e lei riusciva a lavorare, come parrucchiera, solo saltuariamente non avendo né uno spazio suo, né gli strumenti adatti. La famiglia viveva davvero momenti difficili e non si riusciva a immaginare un futuro diverso.
Un giorno un amico del quartiere propose a Luciana di partecipare al PROFOR, il progetto di sostegno e rafforzamento alle imprese inclusive di comunione. E le cose sono cominciate a cambiare.
“Non è stato facile continuare a resistere, ma ora che ho avuto un’occasione inaspettata e le cose vanno bene voglio condividerle con altre persone”.
Grazie alla formazione di PROFOR e al capitale di avvio Luciana ha potuto realizzare il suo sogno aprire un salone di bellezza “Graca e beleza”.E, oggi, attraverso il suo lavoro, applica ogni giorno i principi solidali dell’economia di comunione.
“La mia prima esperienza in questa sala è stata quella di realizzare il sogno di una coppia che aveva vissuto insieme per 19 anni, ma non si era ancora sposata per mancanza di soldi. In tanti hanno dato una mano a realizzare le nozze e io ho potuto contribuire con un’acconciatura e trucco gratuiti per la sposa”.
Ci sono tre persone che lavorano con lei dal novembre 2016 e la sensazione di appartenenza che mostrano per il progetto “Graça e Beleza” è notevole, in quanto riconoscono che è stato uno spazio di opportunità per loro e che sono ora come una famiglia.
Non piangere Naema … Prova – Egitto
Quando vivi per tutta la vita con la paura di qualcosa e poi questa cosa succede potresti davvero perdere la speranza. Ma nel caso di Naema, la sua paura è diventata la ragione della sua rinascita e del suo successo.
Naema era maltrattata e umiliata dal marito. Nonostante avessero tre figlie, la loro relazione era compromessa e lui minacciava di andarsene e sposare un’altra donna.
Naema era comunque paziente e cercava di sperare nel cambaimento del marito.
Sfortunatamente è successo il contrario e quella minaccia è divenuta realtà, lui se n’è andato e ha sposato un’altra donna. Questa vicenda ha colpito Naema nel profondo, si è sentita ferita nella sua femminilità e ababndonata come donna.
Aveva addirittura cominciato a temere che nessuno le sarebbe più stato accanto.
Nonostante la sua tristezza, qualcosa le ha permesso di non arrendersi: il sostegno e la comprensione che lei e le sue figlie hanno trovato negli operatori del centro KozKazah del Progetto Chance For Tomorrow.
“Ogni venerdì, le guardo mentre dipingono e suonano. In realtà a volte mi unisco a loro, questo mi ha dato un po’ di serenità e mi ha permesso di rinnovare le mie energie”.
Proprio al centro Naema ha scoperto la sua vocazione aiutando a preparare il cibo per I ragazzi che lo frequentano. Ora Naema sta lavorando per realizzare il sogno di avere un’attività di ristorazione o catering.
“Ora sono più forte di prima, credo in me stessa e nelle mie capacità, parlo con le mie figlie ogni sera per ricordare loro di essere donne forti e di non permettere a niente di deluderle” .
Le difficoltà di Ana Rita non le hanno messo paura – Brasile
Ana Rita è un’infermiera, per anni si è occupata di malati e persone in difficoltà, specie anziani e disabili. La sua attività da infermiera purtroppo, però, non le permetteva una vita serena. Aveva bisogno di maggiori entrate e di maggiore flessibilità oraria dovendosi occupare di 3 famigliari di cui una disabile e una persona gravemente malata.
“Ho dovuto raccogliere tutto il mio coraggio per una nuova un’attività, per superare le mie paure, le difficoltà economiche e credere che il futuro sarebbe stato migliore”.
Grazie al supporto tecnico e al capitale di avvio del progetto PROFOR per le imprese inclusive di comunione, la sua attività è cominciata: si occupa del trasporto di malati e persone con disabilità, sia per effettuare le cure, sia per raggiungere altri luoghi.
È la prima volta che Ana Rita svolge un’attività di impresa (quindi ha dovuto imparare molto sugli aspetti amministrativi e di gestione per la sua attività), ma ora può sperare in un futuro migliore.[:]