Nuovo progetto in Egitto per contribuire al dialogo e alla pace.
Dopo i bambini e le ragazze, in Egitto ora si passa alle mamme. Un nuovo progetto è da poco iniziato al Cairo, nel quartiere Shubra, già scenario dei precedenti progetti a favore dei bambini a rischio e delle bambine. Vi partecipano circa 70 ragazze e 20 mamme.
«Inizialmente le donne del quartiere ci guardavano con sospetto, racconta Nelly Khadige di Koz Kazah, nostra controparte in Egitto. Piano piano, vedendo il nostro modo di lavorare e di ascoltarle, e il farci carico delle situazioni dei loro figli, alcune mamme si sono offerte di aiutarci, offrendosi per esempio di preparare i pasti. Dopo un po’ di tempo, ci hanno chiesto di poter fare anche loro qualche attività.
La rivoluzione araba, ricorda Nelly, è servita anche a far comprendere maggiormente il ruolo importante svolto dalle donne egiziane a livello economico, politico e soprattutto sociale. Da qui la spinta a realizzare un programma che permetta a bambine, ragazze e donne di sviluppare le proprie potenzialità, ritrovare fiducia in se stesse, prendere consapevolezza del proprio ruolo nella famiglia e nella società.
Una volta a settimana ci troviamo in alcuni locali adibiti a centro sociale e svolgiamo laboratori di cucina e fabbricazione di cestini in vimini, da cui le mamme possono ricavare anche una piccola entrata per una maggiore indipendenza economica. Il programma comprende poi la formazione ai diritti e doveri nella società, un percorso di educazione sanitaria e psicologica, attività artistiche e ludiche. Ogni due mesi realizziamo una gita culturale e una volta all’anno un campeggio di 4 giorni. Possiamo dire che questo lavoro sta producendo nelle ragazze e nelle mamme una maggiore responsabilità nella cura ed educazione dei figli, più apertura nel condividere gioie e difficoltà e nell’aiutarsi reciprocamente.»