Con il continuo aggravarsi della situazione in Terra Santa, AMU e AFN confermano la loro vicinanza alla popolazione e continuano a impegnarsi per alleviare le tante sofferenze cercando di offrire, nella misura del possibile, quanto necessario per sopravvivere e tornare a una vita dignitosa.
È dall’ottobre scorso che i drammatici eventi accaduti in Terra Santa e le loro terribili conseguenze ci interrogano su cosa possiamo fare per portare il nostro piccolo contributo per alleviare tanta sofferenza, e molte persone ci hanno contattato e chiesto come far giungere la loro solidarietà concreta alle tante vittime innocenti.
La mancanza di acqua potabile sicura e le scarse condizioni igienico-sanitarie continuano ad alimentare l’aumento dei casi di sindrome da ittero acuto e diarrea acquosa sanguinolenta, ponendo una sfida significativa per la salute pubblica. I casi di malnutrizione acuta tra i bambini continuano ad aumentare a causa della crisi alimentare senza precedenti e della paura e dello stress diffusi che minano la capacità delle madri di allattare al seno i loro bambini.
La complessità e i gravi rischi di questa situazione sono ben noti, per questa ragione abbiamo cercato canali e contatti adatti, agendo con la necessaria prudenza e in stretto coordinamento con i nostri referenti sul posto (il Patriarcato Latino e le Caritas).
Il nostro è un aiuto umanitario – nel pieno rispetto dei principi del diritto internazionale – avendo solamente l’intenzione di rispondere, nel limite del possibile, ai bisogni fondamentali di coloro che hanno perso tutto e sono stati costretti a fuggire dalle loro case, spesso lasciando dietro di sé morti o essi stessi gravemente feriti, traumatizzati in modo indelebile nelle loro coscienze e relazioni famigliari e sociali.
In questo senso, l’aiuto di AMU e AFN si aggiunge a quanto fanno già la Caritas e il Patriarcato latino. La prima, come previsto dal suo piano di contingenza, va a coprire la fornitura di cibo a 240 famiglie (circa 1000 persone) presenti a Gaza.
Il Patriarcato Latino di Gerusalemme porta avanti due attività principali sul posto: il supporto economico alle famiglie e l’accoglienza presso le due uniche chiese cristiane rimaste in piedi a Gaza. Una delle grandi sfide per il mantenimento delle strutture è la mancanza di energia elettrica. Oggi hanno circa un’ora di elettricità al giorno, il che rende praticamente impossibile la conservazione di alimenti deperibili. Il contributo AMU andrà a sostenere la fornitura di acqua, cibo, medicine e kit d’igiene. Con la squadra del Patriarcato si acquisteranno gli ingredienti base (riso, spaghetti, fave, ceci, lenticchie, fagioli rossi ecc.), e si cucineranno pasti condivisi, che poi verranno distribuiti alle 650 persone che si trovano lì.
Nonostante la complessità della situazione, vogliamo rimanere accanto alle comunità colpite e continuare a lavorare per dare speranza alle persone.
Crediamo che ogni goccia conti.