Mentre scrivo queste poche righe, l’attenzione mediatica è concentrata sull’attacco al mercatino natalizio di Strasburgo, uno dei tanti suggestivi mercatini natalizi che stanno avendo luogo nei più bei centri storici in Europa, occasioni per vivere la magia del clima natalizio alla ricerca di cose belle da portare in dono a chi si ama. Nasce spontanea la domanda: perché simili cose possono accadere? Perché accanirsi contro persone innocenti ed ignare? E poi proprio nel periodo natalizio!
Altra notizia, battuta con meno enfasi, ma utilizzata anche per finalità di promozione politica interna, riguarda l’assenza dell’Italia dalla conferenza ONU tenutasi a Marrakesh sul patto delle Nazioni Unite sulle migrazioni, che pur non avendo potere vincolante, ha il pregio di aver in qualche modo incluso l’approccio di Papa Francesco: accogliere, proteggere, promuovere e integrare.
Ma perché oggi, nel secondo decennio del III millennio siamo ancora a dibattere e polemizzare sulle migrazioni, essendo allo stesso tempo testimoni di atrocità e sofferenze che ci eravamo illusi di non vedere mai più? Secondo l’International Crisis Group oggi sono in corso almeno 70 conflitti che coinvolgono attori non statali, con la conseguenza di oltre 68 milioni di sfollati (cifra record) a causa di conflitti e persecuzioni, la maggioranza dei quali proviene da Siria, Afghanistan e Somalia (fonte UNCHR). Per non parlare delle popolazioni che si vedono costrette a fuggire dalle proprie terre a causa dei cambiamenti climatici o per la totale mancanza di prospettive di vita futura a causa di un sistema economico rapace e cinico che depreda risorse preziose ed accumula ricchezze smodate in poche mani.
Ecco le due facce dello stesso problema: avidità sfrenata ed incontrollata a fronte di una debole accoglienza, protezione ed integrazione, che poi si mescolano e generano gli attuali flussi migratori e le tensioni rancorose che nei casi estremi portano alla violenza insensata e cieca che colpisce nel mucchio. Si spara a Strasburgo, oppure si travolge la folla a Nizza o Berlino, ma allo stesso tempo si compiono razzie di stampo squadrista a Macerata ed altrove, in una spirale senza senso e che procura ulteriori fratture sociali e vittime innocenti.
Anche poco più di duemila anni fa un’umile famiglia è dovuta fuggire a causa di persecuzioni, riparando dalla Palestina in Egitto, e tutti sappiamo di chi si trattava: oggi come sarebbe accolta? Mi risuonano nella mente le parole di Chiara Lubich al GENFEST del 1990, quando passando in rassegna il mondo di allora con le sue sacche di guerra, povertà, ingiustizia, sfruttamento, diceva ai giovani presenti: “Immaginiamo che ripassino davanti ai nostri occhi alcune scene sintomatiche del mondo d’oggi … e pensiamo: che cosa direbbe Gesù se apparisse in mezzo a loro? Ne siamo certi: parlerebbe oggi, come allora, ancora di amore. “Amatevi – direbbe – come io ho amato voi” (cf Gv 15,12). È soltanto insieme, nella concordia, nel perdono, che si può costruire un solido futuro … O se vedessimo immagini di lotte razziali con stragi e violazione di diritti umani … O interminabili conflitti come quelli che avvengono in Medio Oriente … Domandiamoci ancora: che direbbe Gesù di fronte a tanti drammi? “Ve l’avevo detto di volervi bene. Amatevi come io vi ho amati”. Sì, così direbbe di fronte a questi ed alle più gravi situazioni del mondo attuale … “Amatevi a vicenda come io vi ho amati” è la chiave principale per la soluzione di ogni problema, è la risposta fondamentale ad ogni male dell’uomo.”
Ecco gli auguri che in questo Natale 2018 vogliamo condividere con la famiglia dell’AMU estesa in tutto il mondo: impegnarci affinché lo spirito dell’amore scambievole portato da Gesù sia l’ispirazione del nostro agire sia personalmente che come associazione, per dare il nostro piccolo ma importante contributo alla realizzazione del Mondo Unito.
Grazie anche a ciascuna e ciascuno di voi per averci seguito in questo anno e per la fiducia che ci avete accordato; continueremo insieme con rinnovato slancio anche nell’anno 2019 che vi auguriamo ricco di felicità e salute.
Il presidente, il consiglio di amministrazione e lo staff dell’AMU.