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Il nostro programma di assistenza è un supporto economico e psicologico per molte famiglie di Aleppo.
Ora che le violenze, le bombe e le esplosioni sono meno frequenti, quello che rimane sono i segni devastanti della guerra, le famiglie sfollate, le case e gli edifici distrutti, i servizi pubblici sovraffollati.
Suheir e Naji sono tra gli operatori che ogni mese con il Programma “Emergenza Siria”, coordinato da AMU e sostenuto anche dal Movimento dei Focolari e AFN Onlus, si occupano di aiutare e assistere le famiglie di Aleppo con diversi interventi. I più evidenti sono quelli di tipo economico: aiuti alimentari per famiglie molto povere; sussidi per pagare l’affitto e i generatori di corrente necessari per le tante famiglie sfollate oppure aiuti per sostenere le spese sanitarie o quelle scolastiche.
Considerando quanto sia aumentato il costo della vita, nei suoi diversi aspetti, uno dei settori più critici è proprio quello delle cure mediche e in particolare dei medicinali. Nella maggior parte dei casi i costi non sono mai commisurati al reddito medio sul quale, oggi, possono contare le persone. Questo comporta che la maggior parte delle famiglie, non solo le più povere, non può accedere alle cure o non può sostenere i costi delle terapie post-intervento, facendo aggravare ancor di più le condizioni dei malati.
In questi mesi ci hanno colpito tante storie, ma quelle dei bambini, come sempre, rimangono più impresse. In particolare, quella di Georges, un bambino immunodepresso le cui cure, comprate in Libano dove si è anche dovuto recare recentemente per fare delle analisi costose, arrivano a costare 100 $ al mese. Cifre incredibili rispetto alle disponibilità della famiglia che infatti trova sostegno dal nostro Programma e da altre associazioni e istituzioni, locali e internazionali.
Anche il piccolo Mohamed, un bambino di meno di un anno, affetto da problemi respiratori, deve ricevere continue cure e terapie in ospedale. In questo caso la famiglia va sostenuta economicamente, logisticamente e psicologicamente per sopportare lo stress e la fatica legate alle cure.
Recentemente una donna anziana sola, perchè i figli sono dovuti emigrare, ha avuto bisogno di effettuare diverse analisi e test per capire di che tipo di malattia soffrisse. In questo caso i volontari del progetto le hanno offerto assistenza, standole accanto durante le visite e durante la terapia.
Oltre alle difficoltà economiche, infatti, si deve affrontare anche il disagio psicologico e affettivo che la guerra ha provocato in molte persone. Per questo i volontari e gli operatori diventano persone di riferimento importanti per chiedere aiuto, per chiedere consiglio o per condividere problemi e piccoli momenti di spensieratezza, proprio come una seconda famiglia.[:]